Anche se tanti lo vorrebbero sostituito al vertice della F1 (ultima voce: dal suo avvocato Sacha Woodward-Hill),
Bernie Ecclestone continua a farsi sentire. E ha rilanciato la sua proposta:
modificare, dal 2016, il regolamento tecnico, in modo da abolire il monopolio delle
“power unit” ibride. Con il ritorno ai
motori aspirati, o con una formula mista, che renda possibili diverse motorizzazioni.
La proposta - anzi, la
minaccia - viene presa sul serio. Tanto è vero che il prossimo 18 dicembre è prevista a Ginevra una
riunione straordinaria dello “Strategy Group” per discutere il problema. Fra l’altro, di recente, si è scoperto che il regolamento sportivo lascia un “buco” relativamente alla
data di omologazione delle power unit. Non è specificato che debba essere a fine febbraio, come nel 2014.
Alcuni vogliono usare questo buco per far leva sulle politiche regolamentari. In teoria, questo lascerebbe spazio aperto agli
sviluppi per tutto l’anno. In ogni caso, l’anno prossimo basterebbe la maggioranza semplice per decidere di cambiare le regole. Come vorrebbe
Ecclestone. E
favorire indirettamente le squadre più piccole, che oggi spendono fino a
20 milioni l’anno per le forniture delle power unit ibride.
L’ostacolo principale è rappresentato dai
Costruttori.
Mercedes e
Honda, dopo aver speso somme incredibili per lo sviluppo, oggi
minacciano il ritiro dalla F1 se verrà cambiato il regolamento sui motori.
Ferrari e
Renault hanno una linea più morbida. Probabilmente si arriverà a un compromesso: mantenere i motori attuali, ma in cambio di concessioni.
Alberto Antonini