Abbiamo visto in precedenza come l’indovinato progetto della
power unit Mercedes non abbia favorito il campionato della stessa Casa della Stella soltanto, ma pure dei team che adottavano la medesima motorizzazione. Allo stesso modo, però, va da sé che chi disponeva di
unità motrici differenti abbia avuto una sorte ben diversa… E se da un lato c’è stato chi, come la
Red Bull, è riuscito a ribaltare una situazione che nelle prove precampionato appariva quasi disperata, dall’altro c’è stato chi invece non solo è risultato incapace di ripetere la brillante stagione precedente, ma ha ottenuto risultati disastrosi in termini assoluti. Fra i team che adottavano gli altri due motori disponibili in F1, vale a dire
Renault e Ferrari, lo possiamo dire in particolare di due squadre simboliche fra quelle in campionato:
Lotus e Sauber.
Nonostante l’ardito doppio musetto, la
Lotus E22 non è stata capace di offrire performance all’altezza del modello che l’ha preceduta. In più, nonostante l’iniezione di capitali conseguente all’arrivo di
Pastor Maldonado, i problemi economici si sono fatti ancor più pressanti. E non è bastato avere in squadra un
Romain Grosjean che, sebbene abbia ritrovato credibilità nell’ambiente, da solo non poteva certo sopperire a certe mancanze tecniche o ripetere quel che, pur con tutti i suoi “leave me alone”, il transfuga
Kimi Raikkonen era riuscito a ottenere. Perché c’è pure da aggiungere come, più che punti mondiali (10 in totale), la Lotus del 2014 sia riuscita ad assommare più che altro
penalizzazioni di tutti i generi: da quelle per i comportamenti in pista a quelle per sostituzioni di componenti. Dietro di lei con propulsione
Renault si trova solo la
Caterham, ma non è certo qualcosa di cui vantarsi e non solo per le due gare in meno del team verde.
Peraltro, la
Sauber non può nemmeno avere questa magrissima consolazione, dato che la
Marussia grazie ai 2 punti colti a Montecarlo da
Jules Bianchi (al quale vanno sempre i nostri più forti auguri di tornare attivo) la precede in classifica. Nonostante la squadra svizzera fosse sempre stata simbolo di
buon team di rincalzo, quest’anno è invece letteralmente sprofondata, e non solo per via del motore: condannata a non cogliere neanche un punticino da tanti episodi più o meno sfortunati, ma comunque negativi, che non hanno permesso né ad
Adrian Sutil né ad
Esteban Gutierrez di finire a punti una sola volta. Così il motivo per cui se ne parlava spesso durante la stagione, della
Sauber, è stato in quanto simbolo stavolta di un’altra situazione: quella dei team minori che lottavano strenuamente con i
problemi economici. E non è ancora finita, da questo punto di vista.
Maurizio Voltini