I veri progressi della
power unit Renault? Ancora da verificare. Non può bastare un
test, il primo a Jerez, per scoprire quanto i francesi abbiano
recuperato del gap di potenza che separava i loro V6 dalle unità Mercedes. Un particolare, tuttavia, è certo: hanno girato con motori al di sotto della potenza massima (primo dubbio: l’ha fatto realmente qualcuno? Difficile da credere). A confermarlo è
Remi Taffin, che va oltre e dice:
«Gradualmente aggiungeremo prestazione fino a ottenere il 100% alla gara inaugurale».
Siamo ben lontani dai drammi 2014, quando mettere insieme un paio di giri in sequenza era un’impresa. La sfida, oggi, è diversa.
Ferrari e
Renault, accomunate da un obiettivo che sembra alla portata, se si pensa ai gettoni spendibili per lo sviluppo nel corso del campionato:
guadagnare cavalli. Ma l’equazione miglioramento relativo e
chiusura del gap con le power unit Mercedes, non è affatto scontata. Non staranno a guardare in Mercedes, accreditati di uno
step potenziale fino a 80 cavalli aggiuntivi sull’unità 2014. Ecco, pensare a un
livellamento delle prestazioni tra motori significa considerare anche quanto sapranno progredire realmente i tedeschi. Alzeranno l’asticella in maniera drastica o vorranno privilegiare e migliorare l’affidabilità, a scapito magari di qualche cavallo? Si gioca su questi tavoli la partita dei motori.
Tornando alla
Renault e a Taffin, approfondisce
: «Credo che a Jerez fossimo 1”5 lontani dal nostro potenziale in termini di pura velocità, ma abbiamo dovuto conservare le power unit per mettere insieme chilometraggio. A Barcellona ci concentreremo maggiormente sull’aspetto prestazionale del motore ed esploreremo i suoi limiti». Oltre ai limiti, dovranno anche
risolvere i problemi all’Ers che hanno fermato Kvyat nella prima sessione.
Quale sia il gap da colmare, poi, sui motori Mercedes, ci aveva pensato
Horner a svelarlo: poco più di 75 cavalli.
«Abbiamo fatto un passo avanti, ma resta difficile capire dove siamo rispetto ai nostri avversari, che hanno anch’essi migliorato. Speriamo non tanto quanto noi», conclude
Taffin.
f.p.