Non rivela nulla che già non si sapesse, il
presidente dell’Aci Angelo Sticchi Damiani. Si parla del futuro di
Monza e del gran premio d’Italia, messo in forte dubbio lo scorso anno da
Bernie Ecclestone. Il contratto attuale scadrà nel 2016 e si deve lavorare per trovare un accordo che non sia “un disastro” come venne definito dal gran capo della Fom.
«L’autodromo di Monza è il più antico della Formula 1, un record che non vogliamo perdere», ha dichiarato nel corso di una premiazione all’Automobil Club Milano.
L’aiuto delle istituzioni ricercato nei mesi scorsi, nello specifico un impegno diretto del governo, non sembra aver sortito grandi effetti, anzi.
«Le cose sono complesse e difficili. Non si possono commettere errori. Dobbiamo capire tutti insieme come arrivare all’obiettivo, ovvero che Monza rimanga ancora la sede del Gran Premio d’Italia di Formula 1 dal 2017 al 2020» ha aggiunto il presidente dell’Aci, nelle parole riportate dall’agenzia AGI.
E’ un rischio troppo elevato da correre per entrambe le parti, organizzatori ed
Ecclestone, non avere un
gran premio d’Italia a Monza. D’altronde è anche vero che
le cifre pagate alla Fom sono ampiamente al di sotto degli standard, quelli definiti dai nuovi appuntamenti corsi su circuiti collocati nel nulla ma così vantaggiosi dal profilo economico, con accordi anche da 40 milioni di dollari. Situazioni non direttamente confrontabili, vero, resta comunque legittima la posizione di chi fissa il prezzo e vuole un adeguamento al rialzo (di tratterebbe di un rinnovo sui 22 milioni di dollari): la storia non basta. Anche
Australia e
Canada, per citare due esempi di gare consolidate, hanno dovuto sottostare alle richieste economiche importanti e a Montreal l’accordo si è trovato a 20 milioni di dollari annui, fino al 2024, ma esclusi i lavoro di ammodernamento.
f.p.