dal nostro inviato a Melbourne: Cesare Maria Mannucci
Lewis Hamilton ancora in pole in Australia. Per lui è la quarta volta, quindi non è una grande novità. Così come il fatto di una
prima fila tutta Mercedes. Status quo evidente già dopo i primi test invernali sui circuiti di Jerez e Barcellona.
Allora guardiamo al nuovo, alle cose inaspettate. Come il pesantissimo gap di 0”594 che
Nico Rosberg paga al suo compagno di squadra. Un margine troppo grande considerando che nelle precedenti sessioni le differenze tra i due sono sempre state minime.
Eppure
Rosberg non accampa scuse, non lamenta problemi. Dopo aver segnato il parziale più veloce nell’ultimo settore afferma di non avere trovato il ritmo giusto per competere con
Hamilton. Il tedesco però non appare preoccupato, perché durante le
simulazioni gara, con il pieno, i suoi tempi sarebbero stati persino migliori di quelli del campione del mondo. Per la gara annuncia battaglia, se non fosse che se Hamilton non sbaglia la partenza, rischia di andarsene subito dopo pochi giri.
Perché al di là delle buone prestazione di
Massa e Vettel, che chiudono alle spalle dei due piloti Mercedes, è meglio non creare troppe aspettative. Partendo da questa considerazione: che oltre ad avere inferto agli avversari dei distacchi ben superiori al 1” al giro,
Rosberg e Hamilton domani avranno pure il vantaggio di disporre di
un set di gomme soft nuovo. Mentre invece le Williams e le Ferrari le gomme più performanti le hanno fatte fuori tutte durante le qualifiche.
Questo cosa vuole dire? Che nei primi giri di gara - diciamo 5 - il vantaggio tra gomma nuova e gomma usata, sarà di circa 6/8 decimi. Moltiplicatelo per cinque, oltre alla condizione favorevole di avere la pista vuota davanti a loro, ed ecco che l’esito e il risultato finale di questo
Gp di Australia sembra già bello che scritto e assegnato. Lasciando uno spazio vuoto solo per il nome del vincitore, tra Hamilton e Rosberg.
E veniamo alla prestazione della
Ferrari. Vettel partirà in 4ª posizione, accusando un gap di 1”430 rispetto ad Hamilton; mentre Raikkonen parte dal 5° posto, distanziato di 1”463.
Per prima cosa un confronto con lo scorso anno, quando Alonso aveva ottenuto il 5° tempo mentre Raikkonen non aveva fatto meglio del 12°. Confrontando le posizioni di partenza, il miglioramento, sebbene contenuto c’è stato. Discorso diverso se invece analizziamo il
gap cronometrico rispetto alla Mercedes di Hamilton in pole anche nel 2014. Che era di 1”6 per Alonso contro 1”4 di Vettel. Vero che lo scorso anno le qualifiche si erano svolte con la pioggia, quindi con un quadro più disturbato rispetto a quelle di quest’anno.
Promossa la
nuova Ferrari e promossa la nuova power unit, un po' meno invece come ha lavorato il muretto box. Perché nella frenesia di seguire le Mercedes nella prima parte delle qualifiche, sia Vettel che Raikkonen
hanno “bruciato” tutte le gomme soft disponibili prima del decisivo Q3. Quando invece le due Mercedes avevano ancora due set di gomme soft nuove e Massa e Bottas 1 set.
Probabilmente, considerato il
limitato distacco tra Massa e Vettel, solo un decimo, se il tedesco avesse potuto avere a disposizione almeno un set di gomme soft nuovo per il decisivo Q3, il terzo posto sarebbe stato suo.
Per la gara comunque, alle spalle della Mercedes si annuncia
battaglia grossa tra Williams e Ferrari, mentre Ricciardo con la Red Bull appare in difficoltà, soprattutto di motore.
Nota finale per le due
McLaren-Honda di Button e Magnussen, desolatamente ultime, subito fuori dopo il Q1. Già da Jerez vi avevamo preannunciato il profondo stato di crisi tecnica di questo binomio. Anche con Alonso in pista le cose non sarebbero cambiate. La McLaren e la Honda hanno peccato di superbia, realizzando una vettura troppo estrema, finita in ritardo, e con pochi test a disposizione, i risultati si vedono.
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