Venerdì mattina
Felipe Nasr scuoteva il capo. Le vicende giudiziarie della
Sauber hanno raggiunto l’apice del paradosso quando
Felipe ed
Ericsson sono saliti nelle rispettive monoposto senza però poter avviare la
power unit. Dopo aver trascorso nei box la sessione FP1,
Nasr era decisamente deluso.
Due giorno dopo, stesso posto, ovvero retrobox della Sauber.
Nasr salta sulla schiena del fisioterapista Josef Leberer (una personalità nel suo ruolo, avendo lavorato con
Ayrton Senna,
Kimi Raikkonen, e un'altra decina di vincitori di Gran Premi) e festeggia con tutto il team più di quanto abbia fatto lo stesso
Lewis Hamilton.
«Che dire – ha spiegato
Nasr –
in un weekend ho visto il lato più scuro e quello più scintillante della Formula Uno. Questa gara ha tanti significati, sia per me, che per il team. Qualcuno mi definiva un pay-driver, dimenticando di leggere il mio curriculum, altri sparavano sul team, ed invece questa è la nostra risposta. Non male, no?».
Il quinto posto di Nasr è il miglior risultato mai ottenuto all’esordio in Formula Uno da un pilota brasiliano. Un traguardo che Felipe ignorava prima della bandiera a scacchi di Melbourne, ma che ha mostrato di gradire non poco. Anche
Marcus Ericsson ha dato il suo contributo (in un weekend indimenticabile per la Sauber) con un ottavo posto che fa storia.
Era dal 1989 che un pilota svedese non conquistava dei punti nella classifica del Mondiale di Formula Uno. Ventisei anni dopo
Stefan Johansson, ci è riuscito
Ericsson, in una giornata molto particolare:
«Non ho solo conquistato due punti – ha commentato sorridendo –
ma abbiamo concluso 2-0 sulla Finlandia…credo non accadrà mai più!».
Roberto Chinchero