dal nostro inviato a Sepang: Cesare Maria Mannucci
In
Malesia non fa nemmeno troppo caldo e, a complicare le cose, per il giorno della gara viene annunciata la pioggia. Forse unico fattore esterno in grado di mettere in discussione un risultato finale altrimenti già assegnato alla
McLaren. Circuito di Sepang come la corsia di un ospedale, con la commissione medica della Fia, presieduta da
Jean-Charles Piette, oggi al centro dell’attenzione. Tocca a
Fernando Alonso e
Valtteri Bottas sottoporsi agli esami di rito, per la verità piuttosto blandi, previsti dal protocollo Fia.
Fernando Alonso ci scherza persino su
: «Nell’ultimo mese credo di essere stata la persona più controllata al mondo dai dottori». Per riprendersi dal trauma di Melbourne, a
Bottas invece è stato sufficiente un poco di fisioterapia e di massaggi. A lui però il medico della Fia prescrive che in caso di riacutizzarsi del dolore, dovrà fermarsi immediatamente. Perché questo vorrebbe dire non riuscire più a frenare con la necessaria forza che una F1 richiede. Nel malaugurato caso che questo dovesse accadere,
sulla Williams salirebbe Pascal Wehrlein, collaudatore della Mercedes.
Sia Alonso che Bottas, però, al momento vengono dichiarati abili per correre.
Il ritorno di “Matador” è il fatto topico della giornata, tutto al suo cospetto passa in secondo piano. Al di là delle precise e
analitiche risposte che Fernando esprime durante la conferenza stampa, con alcune considerazioni davvero interessanti, emerge però in maniera netta una
linea di confine tra lui e la McLaren, tra lui e il mondo inglese. Esattamente come era successo nel 2007 all’epoca del suo dissidio con la squadra e con
Lewis Hamilton. La
McLaren in Inghilterra è una specie di istituzione, in grado di “influenzare” numerosi media. Esattamente come accade in Italia con la
Ferrari.
Durante la conferenza stampa
, Alonso viene sottoposto ad una fila di domande sempre inquisitorie, provocatorie, allusive. Tutte proveniente da media inglesi. In un clima più adatto ad un commissariato di Polizia che ad un autodromo,
Alonso ne esce alla grande: risponde sempre in maniera analitica, sfoggia un sorriso forte e anche un po' strafottente. Ma il messaggio è chiaro. Lui non ha dubbi:
sulla McLaren si è rotto qualche cosa inerente lo sterzo, non rilevabile dalla strumentazione telemetrica a bordo della MP4-30. Che all’uopo a Sepang viene ulteriormente potenziata. Non si capisce se per venire incontro alle richieste del suo pilota oppure per mancanza di fiducia nei suoi confronti.
Rosberg e
Raikkonen, che siedono al fianco di
Alonso, quasi sono ignorati. Nonostante
da Rosberg ci si aspetti una reazione di orgoglio, sin dalle qualifiche. Per cercare di
contenere un Lewis Hamilton sempre più imprendibile e che durante questo week-end potrebbe
annunciare il rinnovo del contratto con la Mercedes per altri tre anni.
Si torna a vedere la bandiera italiana al fianco di un nome di un pilota.
Domani debutta in F1 Raffaele Marciello, nella prima sessione di prove. Prima tappa di un programma finanziato dalla
Ferrari, che vedrà
Marciello al volante della Sauber - domani sarà quella di
Felipe Nasr - per alcuni venerdì durante la stagione. Per un suo possibile impegno come titolare nel 2016.
Alla
Ferrari clima apparentemente tranquillo.
«Dobbiamo migliorare la nostra autostima», ha detto
Maurizio Arrivabene. Vero, verissimo, ma insieme anche a molte delle procedure operative viste ai box. In Australia ancora lente e poco precise. Soprattutto come tempi nei cambi gomme.
Kimi Raikkonen non ha voluto fare polemica per il quasi contatto alla prima curva con
Sebastian Vettel e ha accusato la successiva collisione con
Maldonado e
Sainz, come motivo determinante per i suoi problemi. Ma difficilmente, qualora si ripresentasse l’occasione alla prima curva di Sepang, si dimostrerà così arrendevole con il compagno di squadra, come accaduto a Melbourne.