Torna sul luogo del “delitto” la
Ferrari. Quel
Gran Premio del Bahrain che rappresentò forse il punto più basso della disastrosa stagione 2014, quando nemmeno il presidente
Montezemolo riuscì a mascherare quello che era il disappunto di vedere
Alonso e
Raikkonen correre ai margini della zona punti. Oggi Sakhir sembra non far più paura, merito degli interventi intorno alla
power unit, di un riposizionamento del serbatoio dell’olio, di un’evoluzione importante sul fronte del raffreddamento e su quello prestazionale. Merito (anche) di
Simone Resta, capo designer che traccia criticità e aspettative in vista del week end.
«Il Bahrain è un tracciato molto impegnativo per gli aspetti ambientali, la temperatura, e per le caratteristiche della pista, che mettono la macchina alla prova sulla trazione in uscita di curva e sulle frenate: numerose e molto forti», spiega. Due aree nelle quali
Vettel e Raikkonen possono contare su una monoposto apparsa a proprio agio finora, mentre sul fronte aerodinamico – come ammesso nel week end di Cina da
Allison – mancano ancora alcuni decimi, che potrebbero farsi sentire nel tratto centrale, più guidato, di Sakhir.
Al concetto di
carico aerodinamico, però, se ne abbina un altro, quello della resistenza all’avanzamento, il drag, e
Resta spiega:
«Nella prima parte della stagione, il Bahrain è la pista che permette di osservare maggiormente il potenziale della power unit, non dobbiamo dimenticare che la velocità in rettilineo è fortemente influenzate anche dal livello di carico e di drag della vettura». Pensare di correre nel deserto, non significa necessariamente evitare le incognite meteo: esclusa la pioggia, nel prossimo week end potrebbe essere il vento a creare problemi. Sabato e domenica è atteso tra i 20 e 35 km/h, mentre a inizio settimana c’è stata una tempesta di sabbia a Manama. Se dovessero confermarsi le previsioni, avremmo un quadro interessante, con un’
influenza diretta sul comportamento delle monoposto e l’usura delle gomme in gara.
Si gareggerà in
notturna e per il team significa dover leggere con occhi diversi alcuni riscontri:
«Aver programmato la gara più tardi rispetto agli anni precedenti, comporta una perdita di qualità del risultato della FP1, che viene svolta a un orario diverso da quello di qualifiche e gara. Permette di avere dati iniziali sulla vettura, l’assetto, le gomme, però di fatto perde di qualità da parte delle analisi termiche sulla vettura. Chiaramente la possibilità di avere sabbia in pista e problemi di aderenza sono legati al vento: è una variabile da tenere sotto controllo e può avere un effetto importante».
Effetto “scontato” al venerdì, con pista green, ma teoricamente destinato a ridursi con il progressivo gommarsi del circuito, a meno di forti raffiche di vento. Basterà il collante disseminato nelle vie di fuga per ridurre la sabbia in pista? Difficilmente.
Rispetto a Shanghai dovremmo ritrovare una SF15-T più vicina alle Mercedes, ma non si sbilancia il capo designer: «Siamo all’inizio della stagione, ogni volta su una pista nuova dobbiamo scoprire qual è la nostra prestazione, che di per sé ha sempre un valore relativo a quello che fanno gli altri. Sarà interessante vedere su una pista come questa, diversa per il livello di contributo dato dalla power unit e dal drag, come si comporterà la SF15-T».
Fabiano Polimeni