Questione di feeling. Dire oggi che la coppia Raikkonen-Vettel sia quella meglio assortita dell’intera griglia è quasi superfluo. Equilibri fondamentali per il clima in squadra, che andranno verificati anche quando – e non è utopia immaginarlo – dovessero arrivare risultati in serie favorevoli al pilota finlandese. Certo è tutto più semplice se ad assecondare lo stile di guida c’è una
monoposto riuscita, che permette di esprimerti al meglio e non passare per bollito, figura troppe volte fatta nel 2014 nel confronto diretto con
Alonso.
Non era certo un pilota alla frutta allora, Kimi, così come non si scopre oggi il talento. Variabili tecniche a fare la differenza, fondamentali. «Proviamo a battere l’uno l’altro, ma è una lotta piacevole e in amicizia, il che è grandioso per il team: l’atmosfera all’interno è ottima», dichiara Raikkonen alla CNN.
«Ci conosciamo a vicenda, è un ragazzo normale e con il quale è facile lavorare, non c’è politica in mezzo, se qualcosa va storto, possiamo discuterne apertamente e risolverla». Parlare di un rapporto paritario tra i due piloti è forse il modo migliore per descrivere il cambiamento dall’anno scorso a oggi. Non che corresse con i galloni di secondo pilota nel 2014, Raikkonen, è innegabile però come il catalizzatore assoluto delle attenzioni fosse il pilota di Oviedo.
Quanto siano cambiate le cose con la riorganizzazione al vertice e la guida di Arrivabene va oltre le apparenze, i comportamenti in pista: «Mi piace come gestisce le cose, che sia un sì o un no hai sempre una risposta, non c’è niente in mezzo», spiega Kimi. Niente filtri, niente intermediari. Il capo c’è ed è pronto a riconoscere meriti – come fatto in Bahrain – e bacchettare gli errori (qualifiche malesi). «E’ un gran lavoratore e molto leale, se qualcosa non va te lo dice. Il clima all’interno del team è ottimo, stiamo provando a portare la Ferrari in una posizione vincente a ogni week end».
Fabiano Polimeni