Da Barcellona (Spagna): Alberto Sabbatini
Com'è diversa la
Ferrari di oggi da quella di appena un anno fa. Dodici mesi addietro sembrava un'altra epoca: il
Gp di Spagna a Barcellona 2014 era la seconda gara del nuovo team principal
Marco Mattiacci; a sorpresa aveva fatto la propria comparsa nel paddock
Luca di Montezemolo un po' per stare vicino a una squadra già mezzo allo sbando, un po' per lanciare l'
ultimo serrato attacco ad Adrian Newey per convincerlo a venire a Maranello a ricostruire il reparto tecnico. Un anno fa
Alonso era l'unico punto certo di una squadra senza bussola e
Raikkonen sembrava già stancamente avviato alla pensione. E la
Ferrari cercava di capire come ridurre il gap in pista non dalla Mercedes lontana anni-luce, ma da Red Bull, Williams e Force India che le stavano davanti. Mentre
Vettel teneva il broncio per le sconfitte subite da
Ricciardo.
Oggi
nel 2015 a Barcellona c'è un'aria completamente diversa. E le uniche smorfie in
Ferrari sono quelle di
dolore di Maurizio Arrivabene, il team principal che ha un tutore un gomito, retaggio di un intervento di una decina di giorni fa per rimediare a un guaio muscolare patto in gioventù.
A parte le novità tecniche portate qui che dovrebbero
accelerare la competitività della SF15-T (ali, fondo, diffusore e cofano motore diversi) l'altra novità di Maranello è che
il team ha escluso a sorpresa dalla trasferta tre uomini dell'organico, fra cui un addetto alla logistica, uno dei cuochi e il direttore sportivo
Massimo Rivola. C'è riserbo, imbarazzo e bocche cucite attorno a questa decisione che da fuori suona come un provvedimento punitivo.
Barcellona è sempre la prima gara europea dove debuttano i motor home e le hospitality che accompagneranno le squadre sulle piste d'Europa ma è cambiato tutto. La
Mercedes non è imprendibile, la
Ferrari ha vinto una gara,
Alonso vestito di bianco/nero McLaren auspicava di riuscire a qualificarsi tra i primi dieci,
Vettel trasuda sorrisi ed entusiasmo mentre
Raikkonen – messi da parte i desideri di ritiro - pregusta già il
rinnovo del contratto per il prossimo anno (il suo accordo scadeva a fine 2015, ndr) che la Ferrari sta per proporgli. Vettel da parte sua dà la sua benedizione all'estensione del rapporto col compagno di team.
“Il mio contratto dura più del suo – dice
Vettel (si dice abbia un triennale, fino al 2017, ndr)
ma se lui continuerà con noi il prossimo anno è una cosa positiva, perché insieme si lavora bene e il team lo conosce”.
Vettel invece getta acqua sul fuoco delle attese per le
novità che potrebbero rendere più competitiva la Ferrari contro le Mercedes.
“È vero, abbiamo delle modifiche alla macchina e componenti nuovi, ma qui alla prima gara europea le modifiche le portano tutti, quindi la nostra competitività dipende da chi ha lavorato meglio; magari altri team hanno realizzato un upgrade migliore del nostro”.
Alla vigilia del Gp
Lauda aveva dichiarato che la
Ferrari era più vicina alla Mercedes.
Vettel però stigmatizza:
“Lauda ha detto così? Sapete, Niki ne dice tante di cose...”.
Quanto a
Raikkonen, ha parlato come al solito abbastanza senza dire nulla di significativo. Ma a lui va il merito per la più bella e divertente battuta del week end. In risposta a un giornalista del nord Europa che gli aveva chiesto qual era stato il cambiamento più significativo dal 2014 al 2015. Un attimo di silenzio poi Kimi ha risposto candidamente:
“L'anno!”. Facendo esplodere tutti in una risata.
Le immagini del giovedì del GP Spagna F1