Non è reduce da grandissimi risultati nelle ultime stagioni, la
Ferrari nel Gran Premio di Monaco. Si deve tornare al 2012 per trovare un podio (
Alonso, terzo) e l’incertezza su quale potrà essere
l’adattamento della SF15-T sulle strade del Principato è legittima, tanto più dopo le difficoltà espresse a Barcellona, pur trattandosi di circuiti agli antipodi.
Il team crede nel pacchetto aerodinamico introdotto in Spagna e si andrà avanti adeguando la monoposto alle esigenze tipiche di Montecarlo, unica per la configurazione di carico aerodinamico, adattamenti da apportare alle sospensioni, al raggio di sterzata, alle altezze da terra. Un unicum, insomma.
Raikkonen ha vinto nel 2005,
Vettel nel 2011 e la
Rossa non trionfa dal lontano 2001. Date un po’ impolverate e per aggiornare la statistica si dovrà mettere a segno una qualifica perfetta.
«E’ un Gran premio con una lunga tradizione, molto speciale. Il circuito è molto stretto e non c’è spazio per gli errori, ti giochi tutto nel giro di qualifica perché sorpassare è molto difficile», dice
Vettel.
Dal punto di vista dello spettacolo, almeno per chi sta seduto davanti alla televisione, i
78 giri di gara si sono spesso trasformati in processioni buone per ammirare l’ambientazione unica che sa regalare Montecarlo, che non per veri duelli. Non sono mancati sprazzi di fantastica “follia” negli attacchi fuori dal tunnel, raramente però nelle posizioni nobili. Diversa la prospettiva del pilota:
«Non è affatto una gara noiosa, accadono molte cose e devi essere concentratissimo, non c’è spazio per gli errori. Sorpassare è difficile e se resti bloccato dietro può diventare noioso, ma accadono sempre molte cose», prosegue
Vettel.
Circuito che si è aggiornato nel tempo, nei limiti del consentito, specialmente intervenendo per
appiattire alcuni sobbalzi:
«In generale ci sono tanti accorgimenti, ma a Monaco è importante come affronti le curve strette. Il tracciato è stato riasfaltato in molti punti, se la macchina è veloce a Monaco lo sarà anche sugli altri cittadini in calendario».
Probabilmente conterà meno quel ritmo gara sul quale tanto si è puntato nelle ultime gare, tutte a podio, un punto di partenza da non dimenticare mai, se si guarda all’ultima stagione. Ora serve il colpo di reni e andrà dato al sabato:
«Tutto dipende da un unico giro veloce in cui ottenere il 100% da te e la macchina. E’ molto importante come finisci in qualifica».
Fabiano Polimeni