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F1, la frustrazione di Alonso

Da Montreal (Canada): Roberto Chinchero Ma la power unit Honda ha davvero una parte ibrida? Ma se a spingere la McLaren è solo un V6 turbo 1.6 litri il dubbio sorge, visto che il motore giapponese spinge poco, consuma molto e si rompe. A dirlo sono le cifre, e se i numeri si vogliono ignorare, ecco il messaggio inviato via-radio da Alonso dal suo ingegnere, che nel corso del giro numero 24 lo aveva inviato a rallentare per risparmiare benzina: «Non voglio rallentare, non voglio proprio, ho già grossi problemi. Al volante di questa monoposto sembro un dilettante, fatemi guidare poi eventualmente mi concentrerò sul carburante». Per fortuna di Alonso l’economy-run finale non c’è stato, perché è arrivato il terzo ritiro consecutivo (giro 44) a mettere fine alla sua “via crucis”. All’ex ferrarista va riconosciuto il merito di aver trovato anche sprazzi di combattività, nei tentativi vani di difendere la sua posizione, ed anche nel minimizzare l’accaduto dopo la corsa: «È stato solo uno scambio di opinioni tra me ed il mio muretto-box per decidere quando risparmiare carburante. Quando si è in bagarre è impossibile pensare a consumare meno benzina». Una gara molto difficile quella di Alonso, che ha provato nella prima metà della corsa a difendersi con i denti dagli attacchi arrivati da chi al via è scattato alle sue spalle. «Ho provato a difendermi - ha spiegato dopo la corsa – ma ogni volta che è arrivato un avversario alle mia spalle è sempre stato più veloce. Mi sentivo un dilettante, e questo non va bene. Sappiamo che non siamo molto competitivi, ma abbiamo anche bisogno di intervenire non poco sull'affidabilità. Ci sono molti aspetti da migliorare, ed il weekend canadese ci ha permesso di capire alcune cose». Questo è, almeno per ora. E tornando ai numeri non può che colpire vedere Alonso ultimo nella classifica di campionato (non consideriamo le due comparse Manor) ora che anche Pastor Maldonado ha conquistato i primi punti stagionali lasciando il bi-campione del Mondo da solo a quota zero. E’ tutto vero: è l’inizio di un ciclo, un’avventura nuova che richiede tempo, una sfida tecnica che migliorerà. Ma visto che gli attori protagonisti si chiamano McLaren e Honda, quanto stiamo vedendo gara dopo gara diventa sempre più inaccettabile.