I 6 decimi che hanno separato a Silverstone la pole position di
Sergei Sirotkin in GP2 dall’ultima piazza di Roberto Merhi in Formula 1, potrebbero trarre in inganno. Letta così la faccenda, si scopre una differenza minima tra le due categorie. Inaccettabile. Poi, però, guardi
Stevens, che rifila 2” a
Merhi e il gap diventa 2”6. Ancora: parliamo di una
Manor, praticamente la
Marussia 2014, è un paragone realistico per cantare il de profundis della F1? Forse no. E la
McLaren, vero metro di paragone da prendere in esame, porta il delta a 4”7, sufficiente per dire che, sebbene ci siano una miriade di dettagli da affinare in
Formula 1,
è alquanto ingeneroso confrontarla realmente a una GP2.
Fernando Alonso è convinto che per
migliorare le prestazioni delle monoposto sia necessario consentire ai team una
maggior libertà di sviluppo e si torna all’annosa questione dei test in pista. Aboliti perché considerati troppo dispendiosi per i team, siamo arrivati al paradosso di ugualmente costose sessioni fiume in galleria del vento e simulatori avanzatissimi come quello AVL per ovviare al divieto.
«Servono macchine più veloci, oggi siamo un po’ troppo vicini ai tempi delle GP2. Probabilmente più test o una maggior libertà sullo sviluppo della monoposto, perché nel momento in cui metti la macchina in pista al primo test invernale più o meno conservi quella posizione fino al termine della stagione», spiega l’asturiano.
«Fai passi avanti, tutti li fanno. Le regole sono molto strette, non puoi sviluppare a sufficienza il motore e i vincoli sull’aerodinamica sono restrittivi. Più o meno quel che hai al primo test te lo ritrovi per tutto l’anno e questo rende le gare molto prevedibili e noiose». Dall’analisi generale di cosa non va, guarda alla situazione in casa
McLaren-Honda, dopo un punticino che muove la classifica iridata personale dopo 8 gare a secco:
«Sono ancora ottimista e contento dei progressi della macchina. A Silverstone ho sentito un buon grip e avevo fiducia nelle curve, riuscivo a spingere al limite. Confrontandoci con gli altri, in certe curve eravamo in vantaggio, perciò dovremo sistemare alcuni problemi ma andiamo nella giusta direzione.
Purtroppo, con i regolamenti attuali, per ogni cosa serve molto tempo, avendo le mani legate su molti aspetti».
Fabiano Polimeni