Con il senno di poi, ci si interroga su quella scelta effettuata in occasione del
secondo pit-stop Mercedes con Rosberg, montare le medie per la parte finale di gara, prestando, di fatto, il fianco alla
rimonta di Ricciardo. Tra la teoria e la pratica, però,
si inseriscono problemi di bilanciamento.
«Quando è entrata la Virtual Safety Car eravamo vicini alla sosta con Nico e con 30 giri ancora da percorrere (27 per l’esattezza; ndr)
in condizioni di gara normali, la scelta standard era di andare sulle medie ed è stato l’unico set che potevamo montare. Con il senno di poi, le gomme option (le morbide; ndr) sarebbero state ideali per attaccare Sebastian, costretto a girare con le medie», spiega un
Toto Wolff che deve fare i conti con un risultato di squadra più che mai deludente.
Monopolizzata la prima fila in qualifica, la
Mercedes va via da Budapest con una manciata di punti appena, quelli del
sesto posto di Hamilton e dell’ottavo di Rosberg. Per di più con
l’ennesima partenza in affanno, ma se per
Rosberg può valere l’attenuante di
essere scattato sul lato sporco della griglia, non altrettanto può dirsi di
Hamilton.
«Abbiamo fatto due partenze cattive e poi le cose sono andate di male in peggio. Lewis è andato fuori al primo giro, poi c’è stato l’incidente con Ricciardo, il cambio di musetto e il drive through, riuscendo in qualche modo a tornare sesto. Nico non aveva il ritmo per seguire le Ferrari nel primo stint ma era in lizza per il podio», aggiunge.
Quel primo
stint con gomme morbide che ha messo le ali a Vettel e Raikkonen, stabilmente più veloci di
Rosberg. Chi scende nei particolari del perché la partenza di
Hamilton soprattutto sia stata al rallentatore, tanto da farsi riprendere anche da
Raikkonen che partiva due file più indietro, è
Paddy Lowe.
«Due partenze mediocri, con Lewis sospettiamo sia da attribuire a un surriscaldamento della frizione dopo il secondo giro di formazione, per Nico semplicemente sembra ci fosse poco grip sul suo lato. Ci scusiamo con entrambi i piloti per non essere riusciti a dargli la base della quale avevano bisogno per partire».
Quando si analizza l’andamento della corsa e il passo espresso,
Paddy Lowe è molto schietto nel riconoscere come abbiano
«mantenuto la strategia per provare a portare entrambe le macchine a podio, forse anche alla vittoria, ma presto è apparso evidente che la Ferrari era molto veloce qui e non avevamo quel vantaggio di ritmo per riuscirci». Persa la partenza, la rimonta era tutt’altro che scontata, con i numeri a certificare la
competitività delle due SF15-T.
«E’ una giornata negativa, senza dubbio ma, come dicono, non si possono vincere tutte le gare e in ogni caso portiamo a casa dei punti».
Fabiano Polimeni