Dopo due gare corse nelle posizioni di testa, in casa
Red Bull si guarda a
Monza con molto meno ottimismo.
Christian Horner ha anticipato che sarà
inevitabile una penalizzazione per il cambio di motore, scelta strategica per presentarsi a Singapore nelle migliori condizioni per staccare un buon risultato, su un circuito storicamente amico.
Intanto, il team principal ha trovato il tempo di rispondere alle domande dei tifosi, a Sky Sport UK, lanciando sul tavolo alcuni temi interessanti, a cominciare dalla
gestione dei quattro piloti che, oggi, gravitano più da vicino nell’
orbita Red Bull in Formula 1.
Ricciardo e Kvyat i titolari, Sainz e Verstappen i talenti in fase di “apprendistato” alla Toro Rosso.
«Inevitabilmente ci sarà un effetto a cascata, ma probabilmente è lontano ancora un anno ed è bene essere sinceri con tutti i piloti.
Investire sui giovani si è dimostrato un gran successo per la Red Bull con Vettel e i due Daniel e ora con Max e Carlos», dice guardando al classico ciclo biennale di esperienza in
Toro Rosso prima della scelta su un’eventuale promozione o taglio.
Sotto il profilo tecnico, con il
2016 destinato a vedere nascere la nuova parnership Red Bull-Mercedes, c’è chi chiede a
Horner quali sarebbero stati i risultati quest’anno con la
power unit tedesca al posto di Renault.
«E’ difficile dirlo, la macchina è da considerare come un pacchetto nel complesso, ma credo che sul fronte telaistico siamo migliorati quest’anno. Avevamo un gran telaio l’anno scorso, che venne influenzato dai cambi regolamentari intorno al t-tray e l’ala anteriore ma oggi credo abbiamo una macchina dignitosa».
Uno degli aspetti che più ha colpito della relazione con il motorista francese negli ultimi due anni e nel 2015 in particolare, è stata l’aperta e continua critica per la
mancanza di prestazioni, un pubblico accusare apparso ingeneroso nei confronti di chi ha contribuito negli anni al successo del team:
«Sfortunatamente ci si dimentica che in uno sport competitivo, dopo 7 o 8 anni insieme, la frustrazione esplode quando vengono fatte delle promesse».
Guardando al futuro, ai cambiamenti regolamentari per rendere più coinvolgente la Formula 1, scarta la strada della
semplificazione aerodinamica:
«non credo avrebbe un impatto, se si guarda alla GP2 hanno comunque difficoltà a seguirsi l’un l’altro, ancor di più in GP3. Il problema principale è sul grip meccanico, abbiamo visto che con livelli di degrado elevati in gara, si hanno corse più interessanti e varie».
Fabiano Polimeni