La scelta di posticipare l’avvio del mondiale 2016 in aprile e con esso i
test invernali, concentrandoli a marzo e
limitandoli a due sessioni appena (dall’1 al 4 e dal 15 al 18), non ha trovato il consenso unanime dei team.
Troppi mesi senza Formula 1, un letargo parzialmente interrotto dalle presentazioni delle monoposto, peraltro destinate a slittare in avanti senza considerare quanti sveleranno la macchina 2016 direttamente in pista.
Christian Horner è chiaro sul tema:
«Per me sarebbe stato meglio poter girare a febbraio, almeno un test o qualcosa, perché sarà un lungo periodo senza notizie sulla Formula 1». Prove in pista a parte, già ridotte all’osso con la diminuzione delle sessioni di test prima del via del campionato a Melbourne, il
team principal Red Bull solleva un altro punto chiave, legato alla comunicazione dello sport, “incapace” di finire sotto i riflettori al di là della stretta attualità dei gran premi.
A Sky Sport UK,
Horner ha rivelato come la
decisione sia stata assunta senza il voto favorevole della Red Bull e sulla stessa lunghezza d’onda ci sarebbe anche la
McLaren. C’è, poi, chi tra i piloti non ha mancato di sottolineare a più riprese nei mesi scorsi come l’abolizione di fatto dei test infracampionato abbia portato a una situazione per cui evolvere significativamente il progetto portato in pista in inverno risulti molto difficile.
Fernando Alonso si era spinto a commentare:
«Giriamo a Jerez e Barcellona per i test e se sei competitivo avrai una buona stagione, viceversa sarà cattiva. Prima avevamo un po’ di libertà in termini di test e sviluppo, ora abbiamo le mani legate».
Con la
Red Bull in predicato di un
accordo con Mercedes per la fornitura delle power unit 2016 e
McLaren-Honda chiamata a
recuperare il gap sulla concorrenza, i commenti contrari a uno stop così prolungato dall’attività in pista sono comprensibili.
Fabiano Polimeni