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F1, Webber critica: pochi top driver

Il livello complessivo dei piloti in griglia in Formula 1? Complessivamente basso. Non lo dice esplicitamente Mark Webber, ma le considerazioni che avanza sugli interpreti al via di ogni gara non possono certo leggersi come lusinghiere. Ci sono i grandissimi protagonisti, i top driver, troppo pochi però per bilanciare quanti, per correre, pagano. «Questi ragazzi sono su un livello straordinario, tuttavia la diffusione non è mai stata così debole. Abbiamo bisogno di avere i calibri che stanno nelle prime posizioni in griglia, serve maggior diffusione e le macchine devono essere più veloci», commenta a BBC Radio 5. Critiche forse un po’ ingenerose, perché se è inconfutabile l’esistenza di un cospicuo numero di piloti paganti, è altrettanto vero che il fenomeno fa parte della storia recente delle corse. Senza scomodare personaggi ingombranti – Nasr nei mesi scorsi, ai critici, volle ricordare come anche Schumacher partì da “pagante” – di piloti che arrivano in griglia grazie a valigie cariche di sponsor se ne sono visti anche di “peggiori” sotto il profilo velocistico in passato. «Se scorriamo la griglia dalla top ten indietro, ci sono tanti paganti e non è un bene», aggiunge l’ex pilota Red Bull, oggi impegnato nel WEC con Porsche. Non ne fa un discorso esclusivamente legato ai personaggi e alle doti di pilotaggio, mette sotto accusa anche le monoposto (e non è nuovo sul tema): «Poi, l’elemento fisico è il più basso di sempre, è come un contrasto a rugby ma alleggerito del 30%. I piloti vogliono macchine che siano più esigenti, è come essere un pilota di F-18 ma volare per la British Airways: si trovano all’interno della loro soglia di tranquillità, sono gare sul passo ed è frustrante». Cosa dovrebbe essere la Formula 1 per Webber? «La massima espressione, dovrebbe essere di gran lunga la più veloce nelle curve, esigente sul piano fisico per i piloti e farli tornare di nuovo gladiatori. Le macchine devono essere qualcosa che i tifosi non hanno mai visto prima». Fabiano Polimeni