Home

Formula 1

Mondo Racing

Rally

Pista

Foto

Video

Formula E

Autosprint

LIVE

GP Singapore, freni senza respiro

Dove non arriva la severità dei punti di frenata, ci pensa la scarsa ventilazione per l’impianto a mandare in crisi i freni a Marina Bay. Sarà uno dei temi chiave del Gran Premio di Singapore, che non si segnala in nessuna graduatoria speciale tra quelle tenute d’occhio dalla Brembo: non ha gli spazi di frenata più lunghi, né le differenze di velocità maggiori, né tantomeno la forza G più elevata, eppure rientra tra gli appuntamenti critici. Le 23 curve impongono un continuo lavorare sul pedale del freno, arrivando a trascorrere il 24% del tempo in frenata. Tre i punti principali sotto osservazione e con i valori di decelerazione più elevati. In curva 1 si arrivano ad avere 4.9G, conseguenti a una pressione sul pedale pari a 151 kg, frangente – quello della prima staccata – nel quale si sviluppano 2.052 kW. L’unico vero punto per provare un attacco è rappresentato dalla frenata di curva 7, dopo un tratto in pieno e con Drs aperto: si sviluppano 5.1G di decelerazione, frutto di una differenza di velocità pari a 220 km/h in 132 metri. La staccata inizia sul filo dei 320 orari e l’ingresso curva avviene a poco meno di 100 all’ora, generando – dai 155 kg di pressione sul pedale – 2.181 kW. Meno impegnativa per G longitudinali è la decelerazione di curva 14, con un valore di 4.3G, comunque superiore alla media del giro, che a Singapore si attesta su 3.3G, frenate che concorrono a recuperare complessivamente 143 kWh. Esteban Gutierrez, in lizza per un sedile da protagonista in pista nel 2016 con il team Haas, anticipa le difficoltà alle quali dover far fronte in un giro a Marina Bay, ma soprattutto in gara, con macchine molto più pesanti e uno stress amplificato sui freni: «Le temperature elevate non sono estreme solo per chi guida, ma anche per l’impianto frenante: a Singapore ci sono frenate importanti e un aspetto estremamente delicato è il raffreddamento dei materiali. L’umidità complica ulteriormente la dispersione del calore dei freni e per questo, su un tracciato cittadino senza molti rettilinei, il loro raffreddamento assume un’importanza fondamentale. Siamo inoltre circondati da palazzi, quindi arriva ancora meno aria». Fabiano Polimeni