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GP Russia, i numeri di Sochi

Forzare il disegno del tracciato intorno al villaggio Olimpico di Sochi, non è stata probabilmente la più brillante delle idee. Il Gran Premio di Russia si appresta a celebrare la seconda edizione e si ritrova una pista catalogata dalla Brembo tra quelle impegnative sull’impianto frenante. Si passa il 19% col piede sinistro sul pedale, con due lunghi rettilinei a dare respiro e aiutare a ridurre le temperature, a fronte del settore tra curva 4 e curva 10 – insieme al T3, fra curva 13 e la 18 – caratterizzato da un frequente azionamento. Due i punti nei quali provare il sorpasso: alla staccata di curva 2 il tentativo di Rosberg lo scorso anno, con esiti infausti, resta però una decelerazione importante, nella quale passare dai 333 orari fatti registrare nel 2014 (dato Lotus) a circa 100 km/h, per una decelerazione pari a 5.5G, in 129 metri e con un impegno di 165 kg sul pedale. Il secondo punto per tentare l’attacco arriva in curva 13, a patto di uscire bene dalla lenta curva 10: la decelerazione è la seconda più importante del tracciato, con 5.3G e 2236 kW generati, successivamente alla quale si continua a lavorare sul freno per il segmento conclusivo, il più tortuoso di Sochi. Tra i due settori più veloci si posiziona curva 3, sulla quale i piloti sono sottoposti a 3.4G di accelerazione laterale per 5 secondi, per poi trovare in uscita un altro punto delicato, la staccata di curva 4. Non è un punto nel quale realisticamente poter azzardare una manovra, anche se si raggiungono i 4.6G di decelerazione, con 1779 kW di energia dissipata. Le stime sul week end alle porte, per quanto riguarda il consumo di carburante, prevedono un valore di 1.89 kg/giro, più elevato rispetto all’1.69 del 2014, così come maggiore sarà il tempo trascorso con il motore in pieno, il 56% del giro rispetto al 42% dell’esordio. Per le sue continue frenate e ripartenze, insieme ai cambi di direzione repentini, una differenza di 10 kg di carburante a bordo si fa sentire in termini cronometrici: 4 i decimi di differenza. Fabiano Polimeni