La Formula Uno non finisce mai di stupirci e dopotutto ci ricorda - per fortuna - di essere comunque un avvenimento sportivo. Uno di quelli per cui si possono coniare frasi simboliche come "la palla è rotonda" oppure "la partita dura 90 minuti" o meglio ancora, e più consono, "
la gara finisce sotto la bandiera a scacchi". Così anche un circuito facilmente criticabile come quello di
Sochi è riuscito a fornirci una gara emozionante e
densa di episodi. Questo pur in occasione di una gara su
un solo pitstop, che nell'immaginifico degli addetti ai lavori dovrebbe essere sinonimo di noia.
Partiamo subito dall'episodio più "romantico" della gara:
la presenza in corsa di Carlos Sainz jr, certamente evidenziata in modo talmente abbondante da farla fin diventare indigesta a qualcuno, ma che ricorda come alla base di tutto resti la "
voglia di correre" che alla fin fine distingue l'attività di
pilota da quella di un qualsiasi "autista" che pensi solo a timbrare il cartellino. In più il ragazzino è riuscito a risalire dall'ultimo fino al 7° posto prima di arrendersi nuovamente ai problemi di freni, dando lustro al team di Faenza. La
Toro Rosso si è dovuta accontentare del punticino piovuto su
Max Verstappen dopo la penalizzazione di Alonso, ma ricordiamo che l'altro figlio d'arte ha pagato la sosta iniziale per essere stato coinvolto nell'incidente di Hulkenberg.
Sempre parlando di "voglia", è piaciuta anche quella mostrata da
Kimi Raikkonen nel cercare di raggiungere il traguardo a tutti i costi con la sospensione piegata. Che questa azione l'abbia fatto associare a quanto compiuto in passato da
Gilles Villeneuve ha fatto (comprensibilmente) storcere la bocca a qualcuno; ma consideriamo pure il fatto che anche il contesto è ben diverso e che forse quanto mostrato da Raikkonen è ancor più "politicamente scorretto". Sempre dal punto di vista della "voglia" del finlandese, bello e corretto pure il
duello con Sebastian Vettel e anche quello con
Valtteri Bottas almeno fino all'epilogo: lì purtroppo Kimi ha un po' esagerato con la voglia ed era semplicemente "
fuori misura", ammaliato dalla possibilità del podio.
Se si passa a quello che invece potremmo definire "
eccesso di voglia" si va allora all'errore di
Nico Hulkenberg che voleva massimizzare la sesta posizione di partenza e invece spreca tutto, quando la
Force India permette invece il podio a
Sergio Perez (e pure il 5° posto prima del botto Kimi-Valtteri era comunque prezioso). Eccesso anche per
Romain Grosjean che non vuole mollare quando è in scia a
Jenson Button nella veloce curva 3 finché nella turbolenza non perde carico aerodinamico e va a sbattere. E infine eccesso di voglia pure per
Fernando Alonso che purtroppo non può festeggiare con un punto il suo 250° GP, tutto perché non vuole rallentare quando viene avvertito di non allargare più oltre la riga alla curva 16, "guadagnando" la penalità finale.
Per
Felipe Massa, in questa gara non è stata la voglia a mancare, quanto la sfortuna che normalmente lo perseguita: stavolta il fato (se c'è) ha sbagliato mira e così in una gara relativamente tranquilla è potuto risalire dalla 15esima alla quarta posizione finale. Come pure
Daniil Kvyat è stato l'unico a "salvarsi" della troupe marchiata Red Bull (mettendoci dentro anche la Toro Rosso) salendo 5° con la retrocessione di Raikkonen.
«Credo di aver ottenuto il massimo possibile da una gara davvero complicata», è il calzante commento del pilota russo.
La voglia di vincere di
Nico Rosberg, stavolta dimostrata anche nelle traiettorie difensive al via, non è stata purtroppo assecondata dalla sua macchina. Un guaio all'acceleratore quasi da non credere che, oltretutto, dimostra come pure in Mercedes la
complessità di queste vetture possa portare a sviste in questioni normalmente secondarie. Almeno per la seconda guida, visto che
Lewis Hamilton invece non ha quasi avuto problemi: si parla tuttavia di una noia all'ala posteriore, peraltro ininfluente a quanto si è potuto vedere. Che però ha frustrato la voglia dell'inglese di far vedere sempre e comunque di essere il più veloce: pare che aver
lasciato il giro più veloce a Vettel per 5 decimi (e pure il secondo a Raikkonen) gli abbia un po' rovinato la festa…
Comunque sia,
Hamilton ha fatto un passo decisivo verso la conquista del suo
terzo titolo mondiale, nel giorno che l'ha dato alla
Mercedes come costruttore. Ora si vedrà come proseguirà la
lotta per il secondo posto fra Vettel e Rosberg, e se la squadra anglo-tedesca punterà di più su Nico. Come pure se ciò avrà effetti nella
gestione di Raikkonen in Ferrari. In ogni caso, è qualcosa di interessante per motivare l'attenzione degli appassionati anche nei prossimi GP.
Maurizio Voltini