Due macchine a lungo
in zona punti, prima che un finale di gara difficile mettesse
fuori dalla top ten Alonso, per un calo di potenza. La
McLaren ha lasciato Austin con un buon risultato, il
sesto posto di Button che, però, non utilizzava il motore evoluzione, portato in pista da Alonso. In Messico si potrà valutare meglio l’impatto dell’ultima specifica e i passi avanti compiuti rispetto alla
vecchia power unit, su un tracciato che si annuncia molto difficile per la scuderia inglese, visti i 1.300 metri di rettilineo.
«Il circuito sembra davvero interessante, ricordo da ragazzo quando seguivo alcune battaglie incredibili e i piloti erano aggrappati alla macchina sulla Peraltada, che sembrava una sfida enorme e metteva paura! E’ un peccato non faccia parte del nuovo layout, ma da quanto visto e sentito da chi l’ha visitata, sembra sarà una sfida divertente», dice
Button, realista sulle prospettive per il prossimo week end: «Se sarà asciutto, sappiamo avremo un gran premio difficile, dovremo sfruttare l’occasione per raccogliere più dati possibile».
A
Città del Messico sarà tempo di ricordi, perché
50 anni fa arrivava la prima vittoria in Formula 1 per la Honda, a opera di
Richie Ginther. Ben altre prospettive oggi, con anzitutto il fattore affidabilità da verificare; sarà un banco di prova impegnativo, correndosi a 2.200 metri di quota e con il turbocompressore sottoposto a uno stress superiore al solito:
«Deve lavorare più duramente per spingere una maggior quantità d’aria nel motore. Sarà complicata anche la gestione dell’energia, visti i lunghi rettilinei e le curve strette che caratterizzano il circuito», specifica
Yasuhisa Arai.
Motore a parte,
Alonso tocca un altro fattore chiave del week end,
trovare l’equilibrio nel set-up per far lavorare al meglio le gomme.
«Da quel che ho visto, il circuito ha un gran bel disegno, con alcune curve interessanti. L’accoppiata asfalto nuovo-curvoni veloci renderà importante trovare il giusto assetto il prima possibile e garantirsi il massimo carico aerodinamico.
A Austin mi sono divertito, è stata una dura lotta ma non molliamo. Spero potremo ripetere alcune lotte in Messico, ma ci attende una pista che sulla carta non si addice alla nostra macchina».
Fabiano Polimeni