da Città del Messico: Roberto Chinchero
In
Brasile, forse, sarà un’altra storia. Perché questa
Formula Uno, sensibilissima alle temperature ed alle condizioni delle piste, può cambiare volto di gara in gara. Sul circuito “Hermanos Rodriguez” si è vista la
peggior gara del Vettel ferrarista, o forse del
Vettel pilota di Formula Uno. Anche i campioni sbagliano, e quando accade di solito (i campioni) lo ammettono. Il
mea-culpa di Vettel al termine del Gp del Messico è stato fin troppo duro, al punto che il team stesso gli ha detto
«Okay, Seb, non esagerare. A volte sbagliamo noi, in altre può accadere che possa sbagliare anche un campione del Mondo». Ad accalorare il mea-culpa di
Vettel è stata la convinzione di aver perso una chance importante. Cosa, tra l’altro, vera, visto che il
rendimento della SF15-T nel Gp del Messico non era inferiore alle due Mercedes.
Se (è vero che con i "se" non si va lontano) anziché perdere una posizione
Seb al via avesse scavalcato una Mercedes, la gara avrebbe avuto tutt’altra storia. A dirlo sono i tempi sul giro che hanno visto il ferrarista a lungo sui rilievi cronometrici di
Rosberg dopo la sosta forzata al termine del primo giro. Con i 50 gradi che domenica, un po’ a sorpresa, sono stati rilevati sull’asfalto messicano,
Vettel e la SF15-T si sono trovati molto a loro agio sul fronte della performance. Molto vicini alle due Mercedes, prossimi al punto da poter tentare il colpaccio. La cronaca della corsa ci dice che la
monoposto di Maranello era in decisa forma, Vettel però no. Quattro errori in una gara sono troppi, soprattutto per chi di solito le sbavature le guarda fare agli avversari. Ma anche Seb è fatto di carne e ossa, ed una giornata storta può capitare. Certo è che Vettel non ha mezze misure: o non commette alcun errore per quatto gare, o è autore (come a Città del Messico) di quattro errori in una gara sola.
La
volata per il secondo posto nella classifica piloti appare di fatto compromessa, con
Rosberg che a due gare dal termine del Mondiale vanta 21 punti di vantaggio sul connazionale della
Ferrari.
«Finché la matematica non ci condannerà noi ci proveremo», ha commentato
Maurizio Arrivabene, ma sarà durissima per Seb e la Ferrari pensare di recuperare quel distacco in due gare. Vettel lo sa bene, e per questo al termine della gara messicana dal suo volto appariva tanta delusione. Vederlo
aiutare i commissari dopo l’incidente che ha messo fine alla sua gara, è stato molto indicativo. Lo spirito del guerriero c’è sempre, ma per una domenica, ahimé per Seb e la Ferrari, è andato in ferie.