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Hakkinen: F1 troppo complessa, Rosberg non viva da secondo

Due “consigli”, firmati Mika Hakkinen. Uno guarda alla posizione di Nico Rosberg, autore di un crescendo di prestazioni buono per vincere il titolo lo scorso anno, se non fosse che è arrivato quando i giochi erano già decisi e l’iride assegnato. Si ripartirà dai test invernali con un vantaggio psicologico per il tedesco? Difficile dire quanto possa pesare davvero, con un mondiale da costruire partendo da zero. «Per i piloti è una dura lotta, solo uno può vincere e finora è stato Lewis, ma non significa che sia finita. Per chi è nella posizione di Nico la cosa più importante è non mollare e non vivere da secondo. Devi lottare, anche se solo uno vince alla fine». Conclusione degna del miglior Boskov, quella del due volte iridato resa a Sport Bild. La seconda riflessione riguarda, invece, la situazione dello sport in senso generale: «La Formula 1 è tecnicamente troppo complessa, la gente vuole cose semplici, viviamo già vite abbastanza complicate. Poi vanno utilizzati i social media per mettersi in contatto con i tifosi, che non vogliono unicamente vedere ciò che accade, ma vogliono sentirsi sul posto». Una complessità tecnica evidentemente figlia dei tempi, oggi quelli dell’elettrificazione; altre frontiere si attraversarono negli anni dei mondiali contesi tra Hakkinen e Schumacher, tra fine anni Novanta e inizio Duemila, quando c’era sì un motore più semplice nell’architettura, ma come dimenticare la ricerca estrema sul versante dei materiali, tra i più esotici che si potessero immaginare: chi si ricorda del berillio? Fabiano Polimeni