Informazioni legate alla
sicurezza in pista e delle
monoposto,
comunicazione di decisioni adottate dai commissari,
dettagli sui tempi sul giro, incitamento a
spingere, scelta delle
gomme al pit-stop,
regolazioni dell’ala anteriore: sono alcune delle informazioni che da Melbourne potranno essere date
via radio ai piloti, in quella che è una stretta decisa dalla Federazione nell’utilizzo delle comunicazioni dal muretto. L’
articolo 20.1 del Regolamento sportivo prescrive che il pilota debba guidare da solo e senza aiuti, definizione troppo generica per non aver bisogno di un dettagliato elenco di cosa è consentito e cosa è vietato dire nelle istruzioni impartite via radio.
Una nota di
Charlie Whiting ai team ha circoscritto l’ambito delle comunicazioni in un numero chiuso, essenzialmente riportabili alle categorie appena citate, vietando ogni altro tipo di istruzioni. Secondo
Toto Wolff, le misure adottate dalla
FIA,
«con molte meno informazioni e dati forniti ai piloti durante le gare, sulle modalità del motore, le gomme e le strategie, porteranno a maggiori responsabilità per i piloti nelle decisioni da assumere».
Immagina anche una lotta
«ancor più intensa e con un confronto diretto assicurato tra i due piloti», riferendosi a
Rosberg e
Hamilton. Sul finire dello scorso anno, dopo il Gran Premio del Brasile, a titoli ormai assicurati,
Hamilton spinse per una libera decisione delle strategie da adottare in gara, niente soste programmate dagli strateghi, ma possibilità di inventarsi soluzioni alternative per provare a scavalcare chi sta davanti. Ad Abu Dhabi venne offerta la possibilità di provare ai due piloti, ma i risultati non premiarono la visione di Hamilton. Allora, la risposta di
Toto Wolff ai desideri dell’iridato non mancò e mise l’accento sull’interesse del team come fattore principale da tutelare nella condotta di gara e strategica, aggiungendo anche il divieto di una lotta tra strateghi.
In un’intervista al sito della Formula 1, ribadisce il concetto:
«Siamo sempre un team e né noi né i piloti opteranno per una decisione che possa mettere a rischio la reputazione della squadra o le prestazioni».
Fabiano Polimeni