Dopo una partenza brillante, 2° dopo la prima curva, si registra
ancora un ritiro per Kimi Raikkonen. Come tante volte nel 2015. Ma stavolta non è stata colpa sua: ha ceduto qualcosa nel sistema di raffreddamento o comunque nelle tubature interne, perché Raikkonen è giunto ai box dopo 25 giri con le
fiamme che uscivano dall'air-scope e ha dovuto abbandonare la macchina.
«Non credo sia stato un problema di motore - ha detto poi
il finlandese della Ferrari -
perché il propulsore funzionava. Invece c’era qualcos’altro che non andava. Non so cosa. Bisognerà aprire l'auto per capirlo». Anche i tecnici hanno rimandato ad un'analisi più dettagliata ogni possibile commento sull'avaria che ha causato il ritiro, ma almeno sembra allontanarsi la possibilità che si sia
già sacrificata un'unità motrice delle 5 permesse in campionato.
Raikkonen però, anche dietro la sua solita enigmatica espressione, è abbastanza contento.
Ha fatto un'ottima partenza. Non eccezionale come quella di Vettel sullo scatto, ma buona per mettersi nelle condizioni di superare le due Mercedes alla prima curva. Lui era scattato dietro alle Mercedes, ma quando davanti a lui Rosberg è arrivato lungo e ha pensato solo a ostacolare Hamilton alla prima curva per non farlo passare,
lui ne ha approfittato per sfilare le due Mercedes in accelerazione.
«Credo che al di là di quel che è successo in qualifica – dice
Raikkonen –
la nostra gara faccia sperare bene per il futuro. Sapevamo di non essere troppo lontani dalle Mercedes perché in gara siamo sempre stati più forti delle qualifiche. Certo, abbiamo la velocità ma bisogna anche concluderle, le corse. La prima parte di gara è stata incoraggiante ma dobbiamo lavorare ancora».
Alberto Sabbatini