Sperava anche stavolta di poter contare su una "partenza-fionda" come quella in Australia: invece in Bahrain
non è nemmeno riuscito a raggiungere lo schieramento del via, Sebastian Vettel. Un'avaria "fumogena" l'ha fermato nel giro di schieramento. Al danno - che si spera non comprometta una PU completa - si aggiunge la beffa: anche stavolta
Lewis Hamilton è scattato davvero male. Tanto che ha fatto meglio
Nico Rosberg che pure partiva sul lato sporco della pista. A differenza di
Kimi Raikkonen che invece è stato "risucchiato" dal gruppo.
Che la
Ferrari sia indiscutibilmente la seconda macchina, soprattutto sul passo gara, è stato dimostrato dal secondo posto finale che in ogni caso il finlandese è riuscito a guadagnare, con una bella rimonta, finendo con un distacco contenuto dal vincitore Rosberg. Un risultato peraltro incoraggiante per il campione del 2007, che si trova inaspettatamente più avanti in classifica mondiale (4°) rispetto a Vettel (6°). Peccato però che ci sia
Daniel Ricciardo al 3° posto…
Comunque la Ferrari è veloce, pur se certi
problemi di affidabilità preoccupano. Al guaio di Vettel oggi ricordiamo che si sommano quello del venerdì al mozzo nonché le
fiamme per Raikkonen a Melbourne. Poi si sa che è meglio rendere affidabile una macchina veloce, perché rendere veloce una macchina affidabile è più difficile (è una delle "regole auree" dell'automobilismo).
Da capire poi se il distacco ridotto di Kimi sia dovuto a come solitamente
Rosberg riesce a gestire il suo vantaggio, e quanto i danni ricevuti alla prima curva abbiano rallentato Hamilton che ha concluso terzo a 20 secondi da Raikkonen.
Wolff ha parlato di 1 secondo al giro, ma ancor più difficile da valutare è la
tattica un po' caotica adottata su/da Lewis, passato dalle supersoft alle medie, poi alle supersoft ancora e quindi alle soft.
In ogni caso a rendere inutile lo
splendido giro da pole del sabato di Hamilton ci ha pensato lui in due fasi: sbagliando lo stacco della frizione, poi dimostrando di non saper gestire l'ingresso alla prima curva quando non è lui a "dettare le regole". Intendiamoci: l'incidente al via è stato un vero e proprio concorso di colpa, in cui va compreso pure…
Rosberg. Non si può infatti ignorare che "l'effetto domino" di cui ha parlato lo stesso Lewis è partito dal fatto che Nico, nell'affrontare la prima curva, non ha preso rischi (tanto Hamilton era all'esterno e Bottas era lontano)
anticipando la staccata in modo da non compromettere l'uscita.
Tutto perfetto per Nico, ma si è visto dal camera-car di Lewis come
abbia fatto fatica quasi a non tamponarlo pur senza trovarsi in linea. Così è arrivato largo alla prima curva, commettendo poi
l'ingenuità di stringere verso la corda come se nulla fosse. Invece quando riprendi la linea in questo modo è sempre possibile (vedi
Massa-Magnussen a Hockenheim 2014) che nel frattempo qualcuno si sia accodato e si trovi all'interno. In questo caso
Valtteri Bottas, con inevitabile urto.
Al finlandese della Williams compete sì
la responsabilità di chi arriva da dietro, ma alla fine si è trovato all'interno senza aver effettuato alcuna staccata ritardata, ma solo per aver affrontato la curva
su una traiettoria migliore e con meno metri. Fra l'altro al momento del contatto era perfettamente sul cordolo interno e con la ruota anteriore all'altezza della "pancia" della Mercedes, quindi Hamilton non aveva alcun diritto di traiettoria, ma al massimo il "diritto di non averlo visto in tempo". Quindi eventualmente questo andava bollato come "incidente di gara", senza penalizzazioni.
Che Bottas non avesse frenato più tardi del normale, lo dimostra anche il camera-car dalla macchina di
Daniel Ricciardo. L'australiano infatti ha rischiato di tamponare Bottas prima ancora dell'incidente, poi quando la Williams si è bloccata nell'urto l'ha tamponata sul serio. Fortunatamente nessuno dei protagonisti ha avuto
danni tali da causarne il ritiro, ed è interessante vedere che Ricciardo sta tornando ai livelli 2014, tanto da agguantare il
terzo posto nella classifica mondiale.
Classifica mondiale che vede
5° Romain Grosjean: la gara magistrale di oggi dimostra che il sesto posto dello scorso GP non era solo fortunoso. Dopotutto aveva resistito al ritorno finale degli avversari, e qua a Sakhir ha potuto fare quasi ciò che voleva assecondato da una
macchina veloce e bilanciata, oltre che da una buona strategia di gomme che alla fine ha mostrato la strada (privilegiare le mescole supersoft) a tutti gli altri. Un team che si sta prendendo delle belle e meritate soddisfazioni, quello di
Haas, pur se ancora
piuttosto acerbo: e lo si è visto nel decisamente
goffo pitstop di Esteban Gutierrez prima che si ritirasse per problemi ai freni. Ma sono questioni di esperienza.
La scarsa esperienza però non pare sia stata un problema, sul fronte della guida, per
Stoffel Vandoorne e Pascal Wehrlein. Che dire: hanno dato il massimo (e si è visto!), la sfortuna non li ha voluti colpire immeritatamente (pensate se Vandoorne fosse finito sulla numero 22…) e ci hanno divertito, col campione GP2 che ha pure portato il primo punto stagionale alla McLaren-Honda. Sono cose che lasciano il segno. Come il fatto che nello stesso giorno
Max Verstappen ottenga un ottimo 6° posto per la Toro Rosso quando invece a
Carlos Sainz ne sono capitate d'ogni, e senza particolari colpe dello spagnolo. Purtroppo sono cose che succedono e possono decidere intere carriere.
Maurizio Voltini
La fotogallery del GP in Bahrain