Un circuito ancora decisamente "verde" e in continua evoluzione, oltre che sempre piuttosto difficile nella sua conformazione con tante curve "secche", ha portato a
molti errori in pista con molti piloti anche "di nome" - a cominciare da
Vettel e Hamilton - costretti a sfruttare le zone di fuga asfaltate. Questo a prescindere da presunte "pressioni psicologiche": la ricerca del limite, specie per chi ce l'ha molto alto, comporta da sempre la possibilità di sbavature.
Dunque le
singole prestazioni non vanno "pesate" al di là del lecito: la maggioranza delle volte un giro veloce può essere stato mancato al momento ideale (o con le gomme montate in quell'istante) solo perché non si è riusciti a "confezionare" il giro giusto da traguardo a traguardo. Un'abilità che ha valore
soprattutto in qualifica, non certo nelle prove del venerdì. Ciò nonostante, alla fine i valori in campo sono quelli che ci possiamo aspettare normalmente.
Vale a dire
una Mercedes sempre davanti, vuoi con Nico Rosberg vuoi con Lewis Hamilton, e
la Ferrari a seguire. Pur se la nuova unità motrice Ferrari ha mostrato di aver consentito
un certo guadagno: solo che anche la Mercedes ha risposto spendendo qualcuno dei suoi gettoni di sviluppo motoristico… Comunque con le gomme soft sia Sebastian Vettel sia Kimi Raikkonen hanno mostrato un buon passo. Peccato che il tedesco
dovrà scontare una penalità in griglia e che il finlandese non sia ancora
del tutto soddisfatto del set-up, risultando comunque più veloce di chi segue.
Dietro di loro la situazione sembra infatti molto più fluida:
fra Daniel Ricciardo e Max Verstappen, vale a dire dal 5° al 12° in FP2, abbiamo 8 piloti racchiusi in
poco più di 4 decimi. Insomma tra Red Bull, Williams, McLaren e Toro Rosso è sfida aperta, e basterebbe poco alla Force India per farne parte. Meno brillanti Renault, Haas e soprattutto Sauber, mentre
Pascal Wehrlein è insolitamente dietro al compagno di squadra in Manor, Rio Haryanto. Sono comunque 7 centesimi di differenza, molto meno degli 8 decimi di "onta" subìti da Jolyon Palmer, che si è visto sopravanzare da
Sergey Sirotkin impiegato giusto nella sessione mattutina.
La
continua evoluzione della superficie (molto liscia) del tracciato di Sochi, è stata testimoniata anche dai
tecnici Pirelli. Che pur dichiarando temperature più alte rispetto alla gara di sei mesi fa (ma non così tanto come alcuni si aspettavano) confermano
consumi e degrado minimi per i pneumatici. Quindi nonostante l'utilizzo orientato pressoché esclusivamente sulle mescole soft e supersoft, con un divario fra le due di meno di 1 secondo al giro, anche stavolta pare ci si orienterà su strategie di gara con un solo pit-stop. Come ha ammesso anche
Paul Hembery (direttore Pirelli Motorsport) pur aggiungendo che non è detto sia la strategia più veloce e suggerendo che qualcuno potrebbe usare l'unico set di
gomme medie a disposizione, in gara.
Indubbiamente la rapida evoluzione della pista rende ancora difficile fare
previsioni tecniche ponderate - ne sapremo di più dopo le prove del sabato mattina - ma sembra comunque improbabile che qualcuno tenti la carta delle gomme soft in Q2 come fatto in Cina. Anche perché le supersoft sono parse
abbastanza durevoli oggi e quindi non necessiterebbero di essere impiegate con la pista al meglio (vale a dire negli ultimi giri) per consentire la strategia a una sosta. Mentre solo in casi particolari, come la necessità di un pit anticipato oppure una
safety car nelle fasi iniziali, vediamo possibile l'impiego delle gomme medie. Speriamo solo che
Hamilton non dimostri di avere ragione nel parlare di "gara schifosa" qualora si adottasse la tattica a sosta unica.
Maurizio Voltini