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GP Russia, strategie “obbligate”

A Sochi c’erano pochi margini per inventarsi strategie alternative (e vincenti) sul fronte delle soste ai box. Un circuito per nulla aggressivo sugli pneumatici ha ridotto notevolmente i margini operativi degli strateghi. I due pit-stop erano un’opzione, vero, non certo quella migliore: una sola fermata è stata la soluzione preferita dalla stragrande maggioranza dei piloti al traguardo. Nei primi dieci sono solo Massa e Perez a passare due volte dai box, per ragioni profondamente diverse. Felipe decide di fermarsi nel finale di gara per fare un pit di sicurezza, avendo ampio margine di vantaggio su Alonso, senza correre rischi sulla tenuta delle gomme morbide. Una Williams che ha sofferto in gara la gestione degli pneumatici nel finale dello stint, come ha confermato Bottas. Perez, invece, protagonista della foratura in curva 2, si è fermato subito al primo giro e, in seguito, al 27mo: partenza a parte, una gara tutta su gomme morbide usate. “Alternative” (e per nulla convincenti) le scelte Red Bull e di Gutierrez. Si noti che erano i piloti con il maggior numero di gomme supermorbide selezionate alla vigilia, eppure, all’ingresso della safety car sia Ricciardo che Kvyat e Gutierrez montano gomme medie. La mescola meno prestazionale e indicata per Sochi, con la speranza di poter andare fino all’arrivo senza più fermate e ritrovarsi abbonati i secondi della fermata, avendola fatta sotto SC. I tempi sono stati, però, tristemente lenti (1’42”344 il migliore, di Kvyat) se raffrontati con lo stesso 1’41”364 di Rosberg – seconda miglior prestazione con gomme supermorbide, nella fase iniziale di gara, a macchina ancora pesante –. Restando sui crono della domenica, Nico sottolinea tutta la sua superiorità ottenendo 1’39”094, giro veloce in gara, negli ultimi passaggi: ha controllato la rimonta di Hamilton, prima che Lewis tirasse i remi in barca per i problemi di pressione dell’acqua, stampando un gran giro a ribadire il suo stato di forma. Precede Raikkonen, miglior tempo in 1’40”101, quasi 1” dietro, e Hamilton, 1’40”266. Con gomma supermorbida, Massa approfitta del set usato montato al giro 46 e con macchina scarica ottiene 1’39”743, poi Rosberg e Wehrlein, anche lui con supersoft nello stint finale, dal giro 39: 1’41”907. L’opzione dell’unica sosta era quella corretta, con la possibilità di giocare un po’ sulla lunghezza del primo stint. La safety car ha allungato la durata, portando la previsione di stop al 18mo giro della Pirelli, fino al 21mo per i migliori nella top ten. Rosberg e Alonso sono stati gli ultimi a fermarsi (in realtà è Ericsson a fare 27 giri con le supersoft, montate al primo giro e sostituite al 28mo, per confermarle fino all’arrivo). Non ha potuto approfittarne Bottas, causa gestione della gomma da parte della Williams: stop al 16mo giro. Hamilton ha copiato la mossa di Valtteri per evitare l’undercut e ha passato in pista il finlandese. Importante notare come la manovra abbia dato strada libera – una volta passato anche di Alonso, con facilità – per fare giri veloci in sequenza e aprire un gap maggiore su Raikkonen. Kimi è rimasto fuori fino al 20mo giro, scelta che gli ha consentito di passare Bottas, ma al tempo stesso tra il 18mo e 20mo giro Hamilton ha ampliato il margine sulla Ferrari rispetto a quanto non fosse prima della sosta. Osservando gli stint più lunghi con ciascuna mescola, svettano i 51 giri di Kvyat sulle medie (mai competitive), i 41 giri di Sainz sulle morbide (Carlos chiuderà fuori dalla top ten, passato da Button nel finale, poi anche da Ricciardo) e i 27 giri di Ericsson con le supermorbide. «La safety car nelle prime fasi ha sicuramente aggiunto una variabile interessante alla gara, con diversi piloti che hanno tentato una strategia alternativa. Alla fine, Dany Kvyat ha completato l’intera gara sulla mescola media, in un’era in cui c’è più carico sui pneumatici di quanto ce ne sia mai stato nella storia della Formula 1. Abbiamo visto anche altre strategie differenti: Alonso, Magnussen e Grosjean sono riusciti a massimizzare le loro opportunità con un solo pit stop, recuperando diverse posizioni rispetto a quelle di partenza. In generale, come dalle nostre previsioni, la strategia su una sola sosta si è dimostrata quella ottimale, con basso consumo e degrado per tutte e tre le mescole», ha analizzato Paul Hembery. Gran Premio di Russia che ha rappresentato non solo il 100mo week end di gara per Hulkenberg e Perez, ma anche la 100ma corsa di Pirelli dal rientro in Formula 1 come fornitore di pneumatici, nel 2011. Fabiano Polimeni