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Arrivabene ci crede ancora

Quattro gare piene di problemi, guai, disavventure. La Ferrari dopo 4 gare è stata doppiata (nella classifica Costruttori) dalla Mercedes. Ma Maurizio Arrivabene ci crede ancora. A dispetto dei ritiri, degli incidenti e delle disavventure che hanno messo KO due volte di seguito Vettel. A dispetto dei guasti meccanici al turbo, al motore e al cambio sofferti nelle ultime gare, la Ferrari non si arrende. Maurizio Arrivabene si sforza di pensare che la stagione non sia finita qui. Spronato da Marchionne, che attende una riscossa “alla velocità della luce”, lui e la squadra non vogliono darsi per vinti in questo 2016 che era iniziato con ben altre prospettive. Arrivabene vuole ancora andare in caccia del titolo. Anche se Rosberg s’è involato e ha 100 punti nel mondiale Piloti, ben 57 di vantaggio su Raikkonen e addirittura 67 su Vettel. Anche se nella classifica Costruttori la Mercedes, con 157 punti, ha già il doppio del punti del Cavallino, a quota 76 (l'anno scorso dopo 4 Gp erano più di 100). “No, non ci arrendiamo – ha dichiarato il team principal al sito ufficiale della Formula Uno, F1.com- Il team si crede ancora e metteremo tutte le nostre energie per far bene le prossime 17 gare. Siamo alla quarta corsa: ci sono ancora 425 punti in palio. Basterebbe vincere le prossime cinque gare per riaprire completamente i giochi. Niente è perduto e noi non ci arrendiamo”. Ma cosa può fare la Ferrari da un giorno all’altro per chiudere il gap con la Mercedes?

In Russia le frecce d’argento hanno mostrato una superiorità maggiore del solito. In qualifica tra la miglior Mercedes (Rosberg) e la miglior Ferrari (Vettel) c’erano 7 decimi; in corsa c'era oltre 1 secondo fra il giro più veloce di Rosberg e quello di Kimi. E alla fine il distacco generale fra il vincitore e Raikkonen è stato di 30” nonostante una safety car: una differenza media di 6/7 decimi al giro. Cosa può fare la Ferrari per cambiare passo? “Per prima cosa, da parte nostra, dobbiamo smettere di compiere errori - dice Arrivabene - Secondo, sono convinto che il nostro potenziale e la nostra performance siano più alte di quel che abbiamo mostrato finora. A Sochi sono rimasto sorpreso dalla performance della Mercedes. Non voglio che accada più. Le caratteristiche delle prossime piste (Barcellona, Monaco, Canada, ndr) e i gettoni spesi nell’evoluzione del motore (3, ndr) ci aiuteranno. Certo, gli altri non dormono e quindi ci sarà da combattere”. Resta l’amaro in bocca per il secondo ritiro consecutivo di Vettel. Qui Arrivabene non la manda a dire. “Non si può spiegare la vicenda col termine “sfortuna”. Ci sono errori umani dietro quello che è successo. Dal primo giorno ho sempre detto che sarei stato onesto e trasparente. In Cina non ho accusato Kvyat: dicevo a me stesso che lui ha fatto quel che da pilota doveva fare. Ma stavolta non ci sono scuse per quello che è capitato. Rabbia Vettel, Kvyat scuse a metà E alla blanda difesa di Kvyat, che sostiene che Vettel abbia rallentato eccessivamente davanti a lui, Arrivabene replica senza mezzi termini. “Kvyat lo ha colpito e basta. Che avrebbe dovuto fare Seb? Mettersi a volare?” Kvyat, scuse al telefono Poi Arrivabene nega di voler approfondire ancoraa la vicenda magari analizzando la telemetria del suo pilota. “Non ce n’è bisogno. Guardare la telemetria non è la maniera giusta di affrontare questa vicenda. Basta osservare le immagini Tv che fanno chiarezza. Sebastian ha detto che è stato toccato una volta, con poca forza, alla prima curva, ma che il secondo impatto (quello alla curva 3, ndr) è stato molto più duro. Voglio dire: se tamponi qualcuno una volta e lui rallenta, non significa che lo devi tamponare una seconda vlta. Non serve la telemetria per capire questo”. A parte i punti riidati sfumati, la preoccupazione adesso è rivolta alle conseguenze dell’incidente: c’è il rischio che la Ferrari di Vettel abbia subito danni al retrotreno, motore o cambio, che possano consigliare una ennesima sostituzione, che dopo il terzo motore montato a Sochi e il cambio sostituito fra venerdì e sabato, possano provocare nuove penalità. “Purtroppo non sappiamo ancora che danni abbia riportato la macchina di Vettel. L’impatto è stato abbastanza duro e a parte il musetto sfasciato il muro, anche il retrotreno ne ha sofferto. Ma finché la monoposto non sarà tornata a Maranello, non possiamo conoscere i veri danni. La macchina sembra abbastanza danneggiata ma la verificheremo bene solo in fabbrica”. Alberto Sabbatini