Molte le cose su cui si può discutere e fin litigare al termine del GP a Spielberg. Sui singoli episodi, dall'urto fra Rosberg e Hamilton alla gomme esplosa di Vettel, parliamo approfonditamente a parte, quindi. Ma se non altro c'è da dire che un merito, per quanto di per sé negativi, questi accadimenti catastrofici l'hanno avuto: quello di focalizzare l'attenzione e risultare decisivi per la gara. Che sennò sarebbe stata sostanzialmente un bel caos dovuto all'alternanza di utilizzo delle gomme, molto differente da pilota a pilota. Anche perché ad un certo punto contavano i set rimasti più che le scelte strategiche in sé: per esempio Rosberg non aveva più soft gialle e così ha sostato più tardi per montare le supersoft rosse, fra lo stupore di Hamilton che invece aveva messo le soft.
Va bene che da inizio stagione la scelta fra le tre mescole è stato un fattore che ha vivacizzato le gare, ma in questa occasione ha forse rimescolato un po' troppo l'andamento della corsa. Oltretutto all'inizio sembrava fosse possibile scegliere solo fra due strategie abbastanza lineari, e magari una sola sosta, invece alla fine si è arrivati a tattiche diversissime in cui l'unico elemento in comune è stato quando alcuni piloti hanno sostato assieme in occasione dell'incidente di Vettel e conseguente safety car. Per non parlare delle temperature più basse che hanno variato il range di funzionamento.
In questo senso ha stupito che Hamilton sia riuscito a completare ben 24 giri (sommando gara e qualifiche) sul primo set di ultrasoft, quello del via: insomma, se è vero che fra i due della Mercedes sia Nico quello più "di testa", ciò non significa che Lewis sia un imbecille, e ha saputo adattare la sua guida alle esigenze del momento salvaguardando le gomme più morbide, per poi scatenarsi con quelle più dure disponibili.
Ottimo mix fra gestione di gomme e aggressività anche da parte di Max Verstappen, che ha meritato un eccellente 2° posto finale che (parere personale) non ha nulla di meno (punti a parte) rispetto alla vittoria a Barcellona. Al confronto stavolta Daniel Ricciardo non è stato all'altezza con il suo 5° posto finale, nonostante la mossa disperata di montare le ultrasoft negli ultimi giri. Max invece è riuscito a gestire fino in fondo la strategia su tre soste e tante situazioni di gara in lotta diretta, non ultima quella con Raikkonen fin sul traguardo. A "discolpa" di Kimi va detto che le bandiere gialle finali non gli hanno permesso di concretizzare una bella rimonta.
Grandi lotte nelle immediate retrovie, soprattutto quando Felipe Nasr ad un certo punto si è trovato fra i primi e non voleva (giustamente) mollare "gratis" la posizione, col risultato però di fare da tappo ad una fila che durava dall'ottavo al quattordicesimo posto. Anche in queste lotte ha brillato Jenson Button che guadagna alla McLaren un eccellente 6° posto finale. Peccato il ritiro di Fernando Alonso, anche lui in zona punti anche se più indietro: sarebbe stato un risultato molto incoraggiante per la squadra motorizzata Honda.
Come è stato quello della Haas, avendo piazzato Romain Grosjean 7° ed Esteban Gutierrez 11° appena fuori dai punti. Il francese è stato pure lui abile nei confronti diretti alle spalle di Nasr, quindi è un posto meritato e non casuale. Poco lontano è finito Carlos Sainz su una macchina solitamente superiore ma in questa occasione poco valutabile, mentre sicuramente sotto le aspettative è stata la gara delle Williams, con Valtteri Bottas solo 9°.
Solo aggettivi stratosferici invece per la superba gara di Pascal Wehrlein: 10° quindi primi punti per lui e (stagionali) per la Manor, la cui monoposto è certamente migliorata rispetto all'anno scorso ma non è certo paragonabile ad altre finite dietro. Il tedesco campione DTM non solo ha fatto vedere belle cose in pista, fra un'insolita strategia con due set di ultrasoft, poi costringendo Magnussen a zigzagare per non farsi superare (penalità per Kevin) e quindi arrivando in scia a Bottas, anche in questo caso con le bandiere gialle finali a impedire l'attacco.
Ma è stato freddo anche al via: a causa della macchina di Massa assente sullo schieramento davanti a lui, si è posizionato troppo avanti in griglia, ma ha recuperato la posizione mettendo la retromarcia prima che iniziasse la vera procedura di partenza. Indubbiamente il direttore di gara ha aspettato qualche secondo in più, vista la manovra, anche per non dover rimandare il via. Ma ciò dimostra anche di sapere che lo poteva fare, visto che la retro è vietata in pitlane ma non in pista. Questo ci ricorda un altro tedesco che conosce perfettamente certe sottigliezze regolamentari e aveva superato in ingresso box sapendo di poterlo fare…