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F1, Raikkonen: "A Spa condizioni difficili ma si sorpassa"

Quattro vittorie che sarebbero potute essere, "facilmente", cinque, senza il finale caotico del 2008. Ma anche un podio strappato nel 2012 con uno spettacolare sorpasso all'Eau Rouge su Schumacher. Spa, a Kimi Raikkonen, piace parecchio. La statistica recente, delle ultime due edizioni, non è però esaltante, visto l'ottavo posto nel 2014 e il settimo di 12 mesi fa. La speranza è che domenica si possa riprendere il campionato con un risultato più consistente, su una pista che Kimi definisce «vecchio stile, con salite e discese. La differenza rispetto ad altri tracciati è il fatto di essere in mezzo al nulla, tutto questo lo rende molto interessante».

Dell'Università della guida preferiva la configurazione "classica", alterata con le modifiche alle ultime due curve: quella che un tempo era la variante del Bus Stop, subito dopo Blanchimont, nel 2007 è stata rimpiazzata da una esse molto più chiusa: «Il circuito mi piace, anche se l'ultima chicane è stata leggermente modificata negli anni passati». La particolarità di Spa inizia già dalla conformazione del territorio: «Le condizioni a volte possono essere difficili, ma di solito si riesce a sorpassare ed è bello sia per i piloti che per gli spettatori. In TV è difficile da capire, solo quando sei lì comprendi quanto siano ripide le salite. Credo di aver fatto una volta il giro a piedi, è una pista lunghissima, ci vuole troppo tempo»

L'arrivo della pioggia costò una probabile vittoria a Raikkonen nel 2008 e Riccardo Adami, ingegnere di pista di Vettel, pone il meteo tra i fattori da monitorare per assicurarsi di prendere le giuste scelte strategiche in gara: visto lo sviluppo del tracciato, è assolutamente possibile che la pioggia arrivi solo in un tratto. Quanto ai temi più strettamente tecnici, «la pista mette a dura prova la vettura dal punto di vista aerodinamico. Occorre trovare il giusto compromesso tra il secondo settore, che è il più guidato, e i lunghi rettilinei della prima parte e di quella finale della pista.

La power unit è molto sollecitata perché si ha un tratto con gas aperto molto lungo, quasi come Baku, poco meno di 2 km e l’ultima parte di Blanchimont si percorre tutta in pieno. Sarà importante trovare i settaggi ottimali. L’impianto frenante non è molto sollecitato. Dovremo però trovare anche qui il giusto bilanciamento perché quando si arriva – soprattutto in qualifica – all’ultima chicane, per il pilota è sempre importante trovare la determinazione e la concentrazione per non sbagliare».

Curva simbolo del tracciato, l'Eau Rouge. «Rimane una sfida importante per il pilota, che affronta una compressione di 4G di accelerazione longitudinale per poi salire e andare sul lungo rettilineo successivo: si fa di solito in pieno in qualifica. Sin dai primi giri del venerdì, è difficile trovare la giusta traiettoria, poi diventa via via più facile avvicinandosi in qualifica. In gara torna di nuovo importante per prendere la scia della macchina che sta davanti e superarla sul rettilineo successivo».

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