Non si lascia scappare la seconda occasione, anzi la coglie al volo Valtteri Bottas per tornare alla vittoria, dopo aver fatto meglio del compagno (e di tutti gli altri) già in qualifica. Il secondo successo del 2017 (e della carriera) lo rilancia anche in campionato, visto che erode 13 punti a Hamilton posizionandosi ora a soli 15 punti (meno di quelli che separano i due leader) con 136 contro 151. Sarebbe tuttavia ingeneroso limitare al confronto con Lewis la gara di Valtteri: è stato infatti bravissimo a gestire tutte le fasi, da uno scatto incredibile - infatti al momento in cui scriviamo c'è ancora qualcuno che lo mette in dubbio: ne parleremo a parte - al controllare il ritorno finale di Vettel. Anche perché "in mezzo" c'è stata una buona gestione dei pneumatici, che già a vista non erano perfetti, e pure aver tenuto sotto controllo i freni che ad un certo punto stavano surriscaldandosi. Insomma, Bottas si conferma top driver e chissà che a fine stagione non si sia tolto qualche altra soddisfazione.
Al contrario di Bottas, Sebastian Vettel non è scattato benissimo, ma è riuscito a mantenere la seconda posizione e poi a gestire una gara che l'ha messo in condizione di attaccare per la vittoria fino al traguardo, oltre che di portare a 20 punti il suo vantaggio sul diretto rivale in campionato, Hamilton. Chissà se ci fosse stato un giro in più, o se Perez avesse lasciato strada in modo più chiaro, ma ovviamente a fare testo è il passaggio sotto la bandiera a scacchi che sancisce un gap di 0"658 e comunque un 2° posto. Insomma, sembra che la Ferrari riesca ancor oggi a gestire le gomme un po' meglio della Mercedes, ma non in modo tale da poter fare la differenza in situazioni come quella odierna.
Di nuovo a podio Daniel Ricciardo, anche lui gigantesco nel saper finalizzare al massimo tutte le opportunità che gli si presentano in gara. Esemplare il modo in cui ha gestito senza panico né sudditanza l'unico attacco che Hamilton è riuscito a portargli, e più che giustificato l'urlo animalesco a fine gara in radio. Piuttosto, stando in casa Red Bull, si resta davvero sconcertati di fronte all'ennesimo ritiro di Max Verstappen (il quinto su 9 gare: oltre il 50%). Va bene che non è partito come un fulmine (probabilmente ha avuto il problema alla frizione già in quel momento) ma essere colpito da Alonso a sua volta tamponato da Kvyat, fa pensare molto più a questioni di cabala, che non tecniche o di guida…
Passiamo quindi a parlare delle gare di Lewis Hamilton e di Kimi Raikkonen, che non vogliamo disgiungere. Sembra infatti che il finlandese abbia perso nel compito di contenere la rimonta dell'inglese, ma questo è vero solo se si considera esclusivamente la posizione all'arrivo e non quanto è successo in gara. Infatti è stato Kimi che, resistendo a Lewis in scia prima del cambio gomme, ha costretto la Mercedes ad anticipare la sosta, ottenendo due risultati: hanno perso tutto il vantaggio che potevano dare le gomme supersoft del via (contro le ultrasoft degli altri) e poi Hamilton è stato costretto a stare un po' (forse troppo) cauto inizialmente con il suo set di ultrasoft. Quando è stato libero di scatenarsi, una volta che un po' tutti si sono accorti che oggi la pista è stata più gentile del previsto sulle gomme, ha inanellato una serie impressionante di giri veloci, ma ormai era troppo tardi per garantirgli il 3° posto, che ha mancato per poco. A favore di Kimi anche il fatto che ad un certo punto stava addirittura recuperando su Lewis, e solo l'errore nel doppiaggio di Palmer (arrivando lungo in curva 1 per aver frenato sullo sporco) l'ha fatto poi desistere.
La lotta nelle retrovie ha visto emergere un Romain Grosjean degno dei suoi giorni migliori. Intanto riesce inizialmente ad approfittare della scaramuccia tra Raikkonen e Ricciardo per salire momentaneamente 4°, poi tiene un passo notevolissimo e conquista a pieno merito il 6° posto finale. Peccato solo che la Haas non abbia potuto contare anche su Kevin Magnussen, colpito dai guai fin dalle qualifiche (avaria servosterzo in gara). Sergio Perez ha espresso bene a fine GP come non potesse fare nulla per raggiungere Grosjean, ma in ogni caso incamera un 7° posto che assieme all'8° di Esteban Ocon (stavolta i due sono stati abbastanza staccati da non potersi "ingaggiare") conferma una volta di più la Force India come quarta forza del Mondiale tra i costruttori.
Come risultato di squadra, incredibile quello della Williams. I tecnici avevano già spiegato come vi fossero difficoltà a sfruttare le gomme sul giro secco e come la macchina si comportasse meglio a pieno carico di carburante che non da scarica, ma il 9° e il 10° posto finali di Felipe Massa e di Lance Stroll erano davvero impensabili dopo il 17° e 18° in qualifica. Ottimo peraltro il primo giro del brasiliano nel risalire 11° quasi subito, come pure il canadese dimostra una volta di più la sua maturazione nel finire alle spalle del ben più esperto compagno di squadra (e a punti) dopo essersi difeso da Jolyon Palmer per quasi tutta la parte finale di gara.
Prestazione sopra la media anche per il britannico della Renault, quando invece Nico Hulkenberg è "sparito" dopo il primo cambio gomme: al riguardo non è stato comunicato nulla, probabilmente nemmeno loro hanno ancora scoperto il perché. Peggio però è andata alla Toro Rosso, che ha dovuto incassare il ritiro di Carlos Sainz dopo la penalità (drive-through) a Daniil Kvyat per l'incidente in partenza.
LA CLASSIFICA FINALE DEL GP AUSTRIA F1
LA CLASSIFICA GENERALE DI CAMPIONATO F1 2017