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Formula 1 Montecarlo, Ricciardo e il fuoco della redenzione

© sutton-images.com

Due pole position in carriera, entrambe a Monaco. Il circuito cittadino più famoso del mondo esalta le qualità di Daniel Ricciardo, creditore nei confronti del banco monegasco. Celebre la bruciante fregatura del 2016, quando un clamoroso ritardo del team Red Bull nel cambio gomme privò lo Smiling Killer di una vittoria certa. 

E se in quella domenica di tempo incerto Ricciardo non rideva per nulla, sotto il sole odierno ha sfoderato un scintillante sorriso squalesco. Vero, la Red Bull è attualmente inferiore sulle piste “normali” a Ferrari e Mercedes, ma una seconda vittoria stagionale gli consentirebbe (ipoteticamente) sia di sopravanzare Raikkonen e Bottas in classifica, sia di aumentare ulteriormente il proprio valore contrattuale in ottica 2019. 

A completare il radioso sabato monegasco di Ricciardo, il tempo record e l'impietoso confronto con il compagno di squadra, visto l'ennesimo sfoggio di inutile irruenza di Verstappen, reo di aver stampato e danneggiato la sua RB14 durante le libere 3 e costretto a guardare le qualifiche dai box. 

Primo in ogni sessione di libere, Ricciardo non ha deluso le aspettative nemmeno in qualifica, prendendosi in scioltezza Q1, Q2 e Q3. Tanto che da stampare il Tempo nel primo tentativo delle Q3, 1:10.810, concedendosi poi il lusso di fare da spettatore alla battaglia tra Vettel e Hamilton, entrambi troppo lontani per impensierirlo. “Sono stato il più veloce in ogni sessione – ha detto Ricciardo dopo le qualifiche -. Ora manca la gara, poi possiamo festeggiare. Mi sento il fuoco dentro la pancia, ho dato il massimo e sono carichissimo”. 

L'obiettivo è vincere per “redimersi” e cancellare il brutto ricordo di due anni fa, “fiducioso che il team farà un buon lavoro anche domani”. Per quanto riguarda il compagno di squadra, Ricciardo taglia corto: “Max ha sbagliato e ora il suo weekend è distrutto, qui quando parti indietro è dura”.  Problemi suoi, il sottotesto di chi coi fatti dimostra di non essere una seconda guida ma un campione, pronto a prendersi una rivincita principesca.