"Da fuori, mi sono fatto l’idea che Mercedes e Ferrari saranno ancora davanti a tutti. Certamente la Red Bull con Honda farà un grande lavoro, sarà il riferimento per l’aerodinamica, ma non la vedo pronta a lottare per il mondiale".
Lo racconta ad Autosprint Massimo Rivola, neo amministratore delegato dell’Aprilia dopo una vita trascorsa in F.1. Il 47enne faentino è passato alla MotoGP dopo oltre venti stagioni nel Circus 1 e più di 300 Gp, vissuti al muretto box di Minardi, Toro Rosso e della Scuderia Ferrari dove è stato Direttore Sportivo per ben sette anni, risultando il più longevo nel ruolo all’interno della Casa del Cavallino, per poi divenire il numero uno della Ferrari Racing Academy, che nel giro di pochi anni è diventata il punto di riferimento nel mondo degli junior program che hanno l’obiettivo di individuare i prospetti di maggior talento e incanalarne la crescita per portarli internamente alla massima categoria.
In un’intervista che uscirà su Autosprint martedì 5 febbraio Rivola sottolinea: "La sfida sarà tra ancora tra Ferrari e Mercedes, che potranno alternatamente essere superiori su una pista o su un’altra. Penso che la Ferrari avesse tutte le carte in regola per vincere il mondiale anche nel 2018. La Mercedes avrà due vantaggi. Il primo è che non deve dimostrare nulla, saranno rilassati e consapevoli per il fatto di aver vinto tanto. Per loro è poi chiarissimo che Hamilton è il pilota di riferimento, il fuoriclasse sul quale devono puntare. Per quel che concerne la Ferrari, che avrà e presenterà una vettura in grado di vincere, avrà un buon pilota che nel 2018 ha perso un’opportunità per errori suoi. Hockenheim può essere visto come l’emblema della stagione, così come Monza. Vettel avrà però un compagno che sulla carta potrà essere anche destabilizzante per il gruppo. Tanto dipenderà dalle regole e dall’andamento delle prime corse della stagione".
"Per come conosco Charles,penso proprio che non andrà a fare il maggiordomo, come ormai si usa dire. Per quel che concerne Sebastian, i suoi quattro mondiali se li è indubbiamente meritati tutti. Ma avendo fatto alcuni errori l’anno scorso, che si sono purtroppo rivelati decisivi, sarà un una situazione più complicata, anche per quello che Vettel costa alla Scuderia Ferrari. Perché se l’altro pilota in squadra si rivela più forte, il delta nell’ingaggio la squadra preferisce dedicarlo allo sviluppo della macchina. E’ anche vero che Leclerc non ha ancora idea di cosa significhi guidare una Ferrari in un gran premio e bisogna vedere come gestirà questi aspetti per lui inediti. Gli arriveranno senz’altro addosso delle pressioni molto forti, ma lui normalmente le sa gestire e - se la Ferrari saprà proteggerlo - non vedo alcun problema. E’ un ragazzo precoce, e forte di testa. La precocità può però essere però un arma a doppio taglio, perché non si può sempre vincere al primo tentativo. Lui è abituato a farlo e bisogna vedere come reagirà mentalmente qualora non ci riuscisse".
Vedi similitudini tra l’Hamilton al fianco di Alonso nel 2007 e Leclerc a fianco di Vettel quest’anno? Un pilota giovane potrà rivelarsi all’altezza di un pluri-iridato?
"Penso che questo esempio sia molto calzante e che la Ferrari gestirà la situazione meglio rispetto a quanto fece la McLaren in passato. Ron Dennis sposò chiaramente la causa di Hamilton, Alonso non fu messo nelle condizioni di rendere in base al suo valore ed il mondiale lo vinse poi Raikkonen con la Ferrari, che ha conquistato un solo punto in più dei due piloti della scuderia inglese, che hanno finito il campionato appaiati al secondo posto. Sono certo però che la Casa del Cavallino
saprà gestire molto meglio i suoi piloti".
Il resto dell’intervista lo troverete sul numero 5 di Autosprint in edicola da martedì.