Charlie Whiting se n’è andato improvvisamente, a 66 anni, a causa di una embolia polmonare mentre era impegnato nel weekend agonistico di a Melbourne, praticamente a tre giorni dal via Gran Premio d’Australia, prima gara del mondiale di Formula 1 2019.
F1 sotto choc: Charlie Whiting è morto
Su di lui valgono a sintesi le immediate parole del Presidente della Fia Jean Todt, molto colpito dalla scomparsa del suo colaboratore, che ha ricordato quale "Grande direttore di gara e figura centrale e inimitabile della Formula Uno, che ha incarnato l’etica e lo spirito di questo fantastico sport".
Il primo coinvolgimento di Whiting nel mondo del Motorsport era avvenuto all’inizio degli Anni ’70 ma, contrariamente a quanto si possa immaginare, non nelle attività in circuito, bensì preparando macchine da rally. Quindi nel 1976 insieme a suo fratello aveva messo le mani per la prima volta su una monoposto di F.1, schierando una vecchia Surtees per Divina Galica, nella serie Shellsport inglese di gruppo 8.
Nel 1977 era quindi entrato nella Hesketh Racing, non più gestita dall’omonimo Lord, ma ormai nelle mani del braccio destro “Bubbles” Horsley. L’anno dopo, con lo smantellamento del team, Whiting si era quindi unito a Bernie Ecclestone nel team Brabham team, lavorando per Nelson Piquet, laureatosi iridato nel1981 e nel 1983 e più tardi divenendo capo meccanico.
Nel 1988, uno anno dopo della fine dell’avventura di Ecclestone come capo della Brabham, lo stesso Whiting era divenuto delegato Tecnico della Fia per la F.1 e nel 1997 era quindi stato promosso a FIA Director e delegato per la Sicurezza.
Personaggio storico per il Circus, figura di riferimento e decano quanto a esperienza e capacità di mediazione, Charlie Whiting, al di là di alcune polemiche e critiche, esce di scena da personaggio di sicuro affidamento, stimato e ideale anello di collegamento col volto moderno della categoria.