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Il borsino della Formula 1

In attesa che i motori si accendano in Bahrain, tanto vale immaginarsi d’essere all’apertura di un’importante giornata di borsa, provando a prefigurare gli andamenti delle quotazioni tra le parti in causa. Individuando i titoli in rialzo, quelli stabili e infine gli altri in caduta, proprio all’inizio del mondiale più lungo della storia, con 23 Gp in programma. Avanti, dunque, con la consapevolezza che gli investimenti in atto in questo caso son tutti emotivi nonché di passione e proprio per questo comunque palpitanti e intensamente vissuti. 

IN RIALZO

Red Bull RB19 su tutti. È vero, alla fine dei tre giorni di test in Bahrain Verstappen era complessivamente solo undicesimo, ma la verità è che Max ogni volta ha fatto ciò che voleva, svettando sempre e mostrando d’essere addirittura più forte e determinato dello scorso anno, oltre che di qualche chilo più magro, proprio come la sua monoposto che fa ancora più paura. Imbattibile nei long run, di passo superiore alla Ferrari sia con Max che col compagno di squadra Perez la RB19 è già il nuovo orgoglio Red Bull. La quale sulla carta parte ben più competitiva e affidabile che a inizio 2022.

La Ferrari è in rialzo ma non quanto al Red Bull. Vasseur ha portato una ventata d’entusiasmo, Leclerc e Sainz appaiono più tranquilli e la vettura pare affidabile e veloce, ma non quanto la RB19, almeno per ora. Quanto al muretto, la promozione di Ravin Jain potrebbe dare un asset in più, risolvendo le lacune e i problemi dell’anno scorso. La Aston Martin è andata sorprendentemente forte appena ha messo le ruote per terra e questo è un gran bel segno. Sia per lo scatenato ultraquarantenne Alonso che per il debuttante Drugovich, chiamato a sostituire (anche in gara) l’infortunato Stroll. Buoni segnali anche per l’Alfa Romeo-Sauber che nei test è apparsa velocissima il secondo giorno con il cinese Zhou, addirittura al top, e pure nel finale con Bottas, in top three. Riscontri incoraggianti, infine, per la Williams, sia con Albon che col deb Sargeant (bravo al primo saggio ufficiale in pista), apparsa immediatamente veloce e affidabile e tale da permettere al team di migliorarsi rispetto ai concorrenti. 

STABILI

La Haas è stabile in bene, perché la nuova vettura, che tanto tecnicamente deve alla Ferrari, è subito apparsa valida, veloce e consistente, per certi versi come aveva già fatto a suo tempo il modello precedente. Con due piloti esperti ed efficaci, quali Magnussen e Hulkenberg, subito a loro agio. Quanto ad AlphaTauri, la stabilità va intesa in senso meno elogiativo, perché dopo una stagione senza acuti la squadra con la nuova macchina continua a non registrare particolari balzi in avanti, anche se l’innesto del rookie De Vries sembra aver dato una scossa positiva all’ambiente. 

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IN RIBASSO

La Mercedes ha deluso e non poco. La W14, oltre a ricalcarne le forme, pare avere alcuni dei difetti della sciagurata W13 senza possedere i pregi della competitività riacquistata alla fine della stagione precedente. Stranamente, però, il team invece che cambiare filosofia porogettuale ricalca ancora quella del modello 2022. Hamilton ha ammesso che c’è un’altra montagna da scalare. Speriamo ne abbia la motivazione, a 38 anni compiuti, tanto quanto ne ha voglia il giovanissimo Russell.

La McLaren MCL60 nei primi test è andata piano e ha mostrato problemi importanti, tarpando le ali al giovane Norris e al baby debuttante Piastri, che ha girato con difficoltà e poco costrutto. Urgono rimedi immediati, perché esprimersi a fondo classifica non è certo il target degli orange-papaya, al compimento dei sassanta anni di vita del team. Peggio di tutti l’Alpine di Ocon e Gasly, la più deludente e la meno prestazionale del gruppo, per ora. Anche in questo caso c’è tantissimo da fare, per salvare una stagione già in allarme rosso.