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F1 2024, dove eravamo rimasti: Ferrari

© Getty Images

La solita ansia del dover vincere a tutti i costi "solo" perché ti chiami Ferrari, per quest'anno la possiamo mettere da parte. I realisti sanno che al 2024 non si chiederà di essere vincente, ma convincente sì: e attenzione, perché nemmeno questo è scontato. Lo sa bene Fred Vasseur, che a 13 mesi dal suo insediamento ufficiale si appresta a vivere una stagione dalla quale dovrà avere delle risposte.

F1 2024: il calendario

La squadra: se il cambiamento è nell'approccio mentale

Quando Frédéric Vasseur ha ereditato la Ferrari, lo ha fatto prendendo un treno in corsa con poche possibilità di intervento nell'immediato: la macchina era già praticamente pronta ed i metodi di lavoro, nonché l'impronta mentale, apparteneva tutto quanto alla precedente gestione. Si dirà: ma perché allora Andrea Stella, al primo colpo, ha saputo ribaltare macchina e risultati e Fred no? La risposta è semplice: Stella, il quale ha meritato tutti gli elogi che ha ricevuto, ha avuto i vantaggi di essere una soluzione interna. Ovvero conosceva il team, conosceva processi decisionali e di lavoro della squadra, aveva sostanzialmente già un'idea di cosa avesse bisogno la scuderia per migliorare. Vasseur no: è arrivato da fuori ed ha dovuto conoscere a sue spese (di tempo) le dinamiche interne di una squadra che, nel bene o nel male, resta diversa da tutte le altre.

Come primo compito, oltre una campagna acquisti silenziosa (mesi fa il francese aveva parlato di un'ottantina di innesti: la metà per sostituire personale uscente e l'altra metà per rafforzare la struttura), Vasser ha dovuto fare i conti con la mentalità di una squadra che stava proseguendo sulla strada già tracciata dagli anni precedenti, sia in termini tecnici (la SF-23 chiaramente ispirata alla F1-75) che gestionali: ovvero una squadra che vedeva nella massimizzazione della qualifica il miglior modo per fare risultato, anche a costo di stringere i denti in gara. Fred ha provato a cambiare da subito: non a caso, alla prima qualifica del 2023 in Bahrain, il muretto ha deciso di risparmiare un set di gomme morbide a costo di non effettuare il secondo tentativo e lottare per la pole. Poi i mesi successivi hanno raccontato una Ferrari che continuava ad andare meglio sul giro secco che in gara, ma questo è un tema che riguarda la macchina: nelle dichiarazioni di fine stagione la squadra aveva ben chiaro di dover accorciare la differenza di rendimento tra qualifica e gara, e sarà un aspetto da affrontare magari anche nel corso dell'anno, con un diverso approccio nella preparazione in fabbrica o anche nel lavoro nelle prove libere.

Nel frattempo un anno è passato dall'arrivo di Frédéric Vasseur, e la Ferrari che scenderà in pista nel 2024 sarà stavolta interamente riconducibile alla sua direzione (anche se l'ufficio tecnico è rimasto sostanzialmente invariato, Sanchez a parte, avrà operato sotto l'input di una gestione differente). Nel finale del campionato 2023 si è assistito ad un qualcosa che raramente la Ferrari aveva fatto vedere nelle ultime stagioni, ovvero un miglioramento delle prestazioni con il passare delle gare: potrebbe essere, questo, un buon punto di partenza per invertire la tendenza. Non va poi dimenticato il lavoro sul piano tattico: al muretto il Cavallino Rampante ha cercato di migliorare su tante aree e forse anche questo ha aiutato a battagliare con la Mercedes per la seconda piazza tra i Costruttori, perché sul piano strategico Mercedes ha sbagliato molto di più ed in una F1 così equilibrata (Red Bull a parte) anche questo è un elemento fondamentale.

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