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Andrea Stella, Ferrari, Abu Dhabi 2010: stavolta saranno fantasmi solo per uno

Andrea Stella, la Ferrari, Abu Dhabi. Messi in fila così, questi nomi, evocano un fantasma che non c'è neanche bisogno di descrivere, perché è un attimo arrivare alle fattezze, alle sembianze ed alle sensazioni di quell'Abu Dhabi 2010, la notte in cui tante carriere, e forse anche tante vite, cambiarono.

Il destino sa essere cinico e baro, e stavolta ha scelto lo stesso luogo per una resa dei conti che per forza di cose sarà diversa rispetto a quella di 14 anni fa, per il semplice motivo che, domenica, almeno uno dei due avrà la certezza di festeggiare.

Titolo Costruttori: Ferrari campione se...

Abu Dhabi 2010, frammenti di una notte da dimenticare

Se la ricordano fin troppo bene, quella triste nottata, gli uomini che essa non sono probabilmente mai stati in grado di dimenticare fino in fondo. Andrea Stella, per dire, ha raccontato di non essere mai riuscito a riguardare quella corsa, se non per qualche spezzone. Fernando Alonso, invece, ci soffre ancora: e pensa che sia stata molto peggio di Interlagos 2012, due anni dopo, quando lui e la Rossa persero sì il titolo all'ultima gara, ma nella posizione di grandi sfavoriti. Ad Abu Dhabi 2010, invece, tutto diceva Ferrari e Fernando Alonso: cosa successe è cosa nota, ma ciò che più conta è che fu la Ferrari stessa a farsi il più clamoroso degli autogol. Con complici un po' tutti: il team che sottovaluta traffico ed evoluzione della pista, Fernando stesso che mette il tarlo al muretto dicendo "Se pensate che Felipe (Massa, ndr) possa superare Webber in un giro, chiamatelo ai box". E lo stesso Stella che, forse, oggi rimpiange di non essere stato più severo con il suo pilota nel suo ruolo da ingegnere di pista: al giro 14 Alonso lamenta sottosterzo e graining anteriore, Andrea risponde che è comunque il pilota più veloce in pista, ma al giro dopo accetta di chiamare lo spagnolo per il pit-stop.

Pagò Chris Dyer per tutti, ma le colpe non furono di certo riconducibili ad un unico nome e ad un'unica persona. Perché fu tutto un garage a sbagliare, compreso quello degli strateghi che avrebbe dovuto, prima di chiunque, comprendere come sorpassare a Yas Marina sarebbe stato tutt'altro che una banalità, anche se eri un macchina più veloce della Renault di Petrov. E quelle parole di Andrea verso Fernando, "Abbiamo bisogno di tutto il tuo talento, sappiamo che è immenso. Usalo", risuonano come un eco che fa ancora male, ricordando l'impotenza del momento nonostante tutta la volontà del caso, una volontà che andò a sbattere contro un azzardo mal calcolato. Parole belle e stupende, ma vane mentre, con il passare dei giri, prendeva forma l'amara consapevolezza di vedersi sfuggire il titolo dalle mani.

Vasseur e Stella: in due anni al top

Oggi sono cambiati schemi, ruoli e posta in palio. Alonso farà da spettatore ad un duello che riguarda in entrambi i casi il suo passato, mentre ad essere deciso non sarà un titolo Piloti ma un titolo Costruttori. Un titolo che, per entrambe, ha la valenza di un riscatto come poche altre volte questa corona iridata è stata in grado di rappresentare: perché un conto è vincere il campionato a squadre quando domini, un conto è vincerlo dopo anni di inedia e per giunta in una stagione in cui si partiva senza poter veramente immaginare che cosa sarebbe accaduto nel campionato più lungo di sempre. E poi, anche i rispettivi capi, sono davanti ad una prima assoluta in carriera nonostante bazzichino paddock e box da tempo immemore: né Frederic VasseurAndrea Stella hanno mai vinto nel ruolo di team principal. Nessuno dei due, forse, pensava di arrivare a questo livello così in fretta: Fred è appena alla seconda stagione da team principal della Ferrari, Andrea appena alla seconda stagione da team principal in assoluto dopo aver raccolto una McLaren che sembrava disastrata, ma che in realtà aveva bene in mente e già chiare le mosse da fare per risalire.

Ferrari vs McLaren, che vinca il migliore

Sarà sfida tra due squadre e quattro macchine, sarà sfida tra Andrea Stella e la Ferrari, loro che dopo una vita insieme hanno preso strade e percorsi diversi. Il Cavallino Rampante potrà provare orgoglio a vedere un suo "figlio" dell'era del Dream Team (Stella era un giovane ingegnere a Maranello nell'era Schumacher) essere diventato uomo e capo altrove, Stella proverà forse un senso di nostalgia e immutato affetto verso una Casa che non sarà mai come le altre. Sarà resa dei conti, ma con una sfida reciproca che probabilmente è addirittura aumentata nel corso degli anni. Che parlino i motori. E che vinca il migliore. 

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