L’aveva confidato proprio poco tempo fa, chiedendo addirittura anche aiuto ad Autosprint al fine di riuscire a ottenere una fornitura di power unit per la nascitura monoposto del programma GM Cadillac, finalmente accettato in Formula Uno a partire dalla nuova normativa regolamentare, al via dal 2026.
Adesso Mario Andretti può confermare ufficialmente che l’accordo è stato raggiunto e l’avvenire è sempre più spianato, per quello che diventerà l’undicesimo team del mondiale.
«La fornitura Ferrari è fin da ora una piacevole realtà - ufficializza Mario -, e posso confermare che le cose stanno andando avanti nel modo più giusto e più bello, per me e la squadra. Adesso sì che abbiamo tutta la base tecnica per poter andare avanti tranquilli. Ora non posso dire se il primo test effettivo avverà a febbraio o marzo, perché è ancora presto per fare annunci, ma tutto sta muovendosi. Anzi, adesso posso rivelare che in realtà niente si era fermato, neanche nei momenti di stasi e incertezza il programma è sempre andato avanti, con determinazione e fiduacia nelle parti coinvolte. E ora con la realizzazione della monoposto siamo piuttosto avanti».
Quanto all’accordo con la Ferrari stessa, sarà biennale, come minimo: «Certo, si può definire una fornitura sicura per due anni, poi dovrebbe essere pronta la power unit General Motors-Cadillac. E in ogni caso se ci dovessero essere dei lievi ritardi, potremmo comunque contare sull’assistenza della Ferrari. È un opzione aperta, anche se speriamo di arrivare in tempo, puntuali con le scadenze previste. E in ogni caso anche in casa Cadillac si sta lavorando, per cui tutto procede al meglio».
Dalla tua voce appare una grande soddisfazione, peraltro perfettamente comprensibile, considerando il tuo lungo e gloriose legame affettivo con la Ferrari... «Per uno come me, visto che ho avuto un pronfondo rapporto diretto col Commendatore, un accordo del genere vuol dire tanto. Per me, emigrato italiano, già l’ingaggio diretto della Ferrari rappresentò, a suo tempo, un vero e proprio sogno diventato realtà. E il fatto che tutto vada avanti e per certi versi ricominci ben oltre mezzo secolo dopo è il segnale di una storia speciale, molto bella e tutta italiana, che mi vede riavvicinare alle mie radici e anche a un nome di immenso fascino nell’automobilismo mondiale».
E quanto a Cadillac e General Motors? Perché a ben guardare con la Cadillac non hai mai corso in vita tua, mentre con la Chevy sì e ci hai pure vinto dei bei dollari! «Allora, confermo entrambe le cose. Nessuna esperienza mia in gara con il marchio Cadillac, in nessuna categoria, ma con la GM Chevy, in particolare con la poderosa Camaro nel 1979, da campione del mondo in carica di Formula Uno, presi parte a tutto il campionato Iroc, ossia all’International Race of Champions”, con base in america, vincendolo. In pratica era una serie monomarca che metteva insieme i piloti più in vista di F.1, IndyCar, Nascar e Can-Am facendoli sfidare sui alcuni dei più prestigiosi tracciati statunitensi. Mi andò bene, perché vinsi il campionato e mi aggiudicai il generoso montepremi».
Quindi per certi versi si può dire che il binomio Andretti-GM si riforma a sua volta dopo 46 anni ed è a tutt’oggi imbattuto... «Volendo, si può anche dire questo. E la cosa più importante è che sto terminando questo anno non solo felice, ma addirittura felicissimo per la piega che sta prendendo l’intera faccenda, dopo le difficoltà incontrate nel recente passato. L’idea che torna in essere il legame con la Ferrari è per me un regalo molto speciale, considerando che non accendo un motore ufficiale della Rossa dal Gran Premio di Las Vegas del 1982, in quello che fu l’ultimo Gran Premio iridato al quale ho partecipato. Adesso al primo test con la nuova macchina, con me a bordo, l’incanto si ripeterà, a lode e gloria di una storia, tra me e la Casa di Maranello che considero bellissima e anche quasi infinita».