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Hamilton-Adami, piacere di conoscerti: da Bono a Ricky, sognando il titolo

© Getty Images

Rispetto a Peter Bonnington, detto "Bono", Riccardo Adami non ha un soprannome che rimandi ad un grande della musica. Per lui l'appellativo è un più semplice e comune "Ricky", condiviso con la stragrande maggioranza di chi si chiama Riccardo. Lo chiamava così Sebastian Vettel, lo chiamava così Carlos Sainz e, c'è da scommetterci, lo chiamerà così anche Lewis Hamilton.

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hamilton-Adami, l'importante è che funzioni

I due hanno iniziato a conoscersi in questi giorni. Certo, si conoscevano già, di fama e di faccia, dal momento che entrambi ormai bazzicano il paddock da tempo. Tuttavia ora dovranno iniziare a conoscersi meglio, approfondendo un rapporto che per forza di cose dovrà funzionare: è troppo importante che un pilota abbia totale fiducia nel suo ingegnere di pista, che è un po' i suoi "occhi" fuori dall'abitacolo durante le sessioni, ma molto di più ai box. L'ingegnere di pista è l'interfaccia tra squadra e pilota, è il mezzo tramite il quale chi guida denuncia pregi o difetti della macchina: sta all'ingegnere di pista comprendere le richieste e riportarle agli altri ingegneri che con lui lavorano sulla macchina del suo pilota. Ci deve essere affinità, perché tante volte pilota ed ingegneri di pista hanno bisogno di scambi di opinioni rapidi, di chiarezza nella comunicazione, senza formalismi. Guardate Verstappen e Lambiase, per dire: a volte, anzi spesso, alzano i toni, però funzionano. Ed è tutto ciò che conta.

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La squadra di Sainz diventa la squadra di Hamilton

Anche Lewis Hamilton e Peter Bonnington, per dire, hanno funzionato alla grande. Il loro rapporto è andato oltre l'ambito professionale, e l'amicizia inevitabilmente durerà. Tuttavia, professionalmente questa coppia appartiene già al passato e Lewis a Maranello troverà quel Riccardo Adami che ha già lavorato con Vettel (il quale, al telefono, ha già dato qualche dritta a Lewis) e Sainz, e con il quale si augura di costruire lo stesso tipo di rapporto. Dopo Phil Prew della McLaren e Bono alla Mercedes, Riccardo sarà appena il terzo ingegnere di pista di Hammer in tutta la carriera. L'importante, è capire che le persone non sono interscambiabili, e che ognuno mantiene una sua individualità ben distinta da un'altra. Possono esserci tratti comuni nel carattere, ma a suo modo ognuno è unico: è importante tenerlo presente, rispettando i contorni delle rispettive personalità. Ad aiutare Hamilton nell'integrazione, un vantaggio non da poco: la squadra che lavorerà con lui è sostanzialmente invariata rispetto a quella che lavorava con Sainz. Per cui, anche se è nuovo il pilota, quella è una "squadra" rodata: su quel lato del garage, ci sono anni di collaborazione e questo sarà un vantaggio per ridurre i tempi dell'ambientamento.

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Prime verifiche e prime sensazioni

Il test di Fiorano, tutto sommato breve, è stato un primo approccio: contornato dai suoi cari e dalle persone con le quali collaborerà a partire da quest'anno, qualche scatto ha già catturato Lewis intendo a parlare fitto con Adami, elargendo sensazioni e proponendo domande, il tutto con un taccuino in mano. C'era da verificare il sedile, il volante, imparare a memoria i manettini e prendere confidenza con un sistema di partenza inevitabilmente diverso: è per questo che Lewis ha alternato giri veloci a stop e ripartenze, proprio per provare il più possibile una pratica che, soprattutto per lui che ha un modo unico di impugnare il volante al via, è fondamentale e della quale serve velocizzare il più possibile l'adattamento. Anche la pedaliera, in vista di Barcellona, dovrà essere aggiustata per fare al pilota il massimo del feeling.

Conoscere il team

Più che la macchina ed i suoi parametri, comunque, contava il battesimo con la squadra. Perché la SF-23 Lewis la guiderà anche a Barcellona e poi mai più, in quanto sarà poi tempo di portare in pista la macchina del 2025, la 677. La squadra, invece, è e resterà quella, come ha voluto il team principal. Di lasciare più o meno invariato quel lato del box infatti lo ha deciso Vasseur, spiegando in occasione dell'incontro natalizio che sarebbe stato Lewis a doversi adattare al mondo Ferrari, e non il contrario. La scuderia farà di tutto, ovviamente, per mettere Hamilton a suo agio: ma è Lewis che avrà molte più cose da scoprire, tra metodologie e filosofia di lavoro. Riccardo Adami, in questo, sarà la sua spalla: lo accompagnerà nell'adattamento nel nuovo ambiente. Sperando che sia solo l'inizio di una storia a lieto fine.

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