Ancora quello sguardo pieno di orgoglio, ancora quel sorriso tra le gocce di champagne, ancora quel trofeo alzato al cielo: ad Imola la storia si ripete. Padre e figlio celebrano sul podio una gare incredibile la domenica di Pasqua su uno dei circuiti più importanti della storia delle corse autombolistiche a distanza di più di 20 anni. Da una parte un allora 6 volte campione del mondo, dall'altra un giovane forse ancora in cerca della sua strada, ma la passione le lega il nome di Schumacher al motorsport è la stessa.
Una vittoria nel dolore
Era 20 aprile 2003 quando Michael Schumacher vinse il Gran Premio di San Marino in una gara disputata con un macigno nel cuore. Il campione del mondo aveva infatti perso sua mamma la notte prima della corsa. Nonostante il gravissimo lutto, però, Schumi aveva comunque deciso di salire sul podio e di ammirare dell'alto l'affetto dei suoi tifosi, che erano accorsi in autodromo per portare il loro calore in una giornata così difficile.
Le lacrime del Keiser esprimevano tutt'altro che gioia e quel podio passerà alla storia come uno dei più commoventi della storia delle corse automobilistiche. Per i due fratelli Schumacher, che al tempo gareggiavano per Ferrari e Williams, il GP di Imola fu senza dubbio il più difficile della loro carriera.
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La rinascita di Mick
Più di 20 anni dopo, sul terzo gradino del podio della "città dei motori" c'è un ragazzo tedesco con gli stessi sogni del suo papà e di suo zio. Il suo percorso nel mondo del motorsport è diverso da quello dei due familiari e la strada sembra ancora lunga per Mick, che oggi gareggia nel WEC a bordo dell'Alpine dopo una carriera fatta di alti e bassi in F1, abbandonata lo scorso anno. Il figlio del Keiser si lascia alle spalle un passato complesso e guarda avanti con determinazione per riportare il cognome più famoso della storia delle corse ancora una volta in cima alle classifiche.
E proprio a Imola, nel secondo round del WEC 2025, Mick Schumacher ha vissuto la sua rinascita. Al volante della Alpine A424, il tedesco ha affrontato la 6 Ore dell’Emilia-Romagna con grinta e maturità, dimostrando di voler davvero firmare con il suo nome un grande successo.
La gara non è stata semplice: condizioni meteo variabili, una strategia da gestire con precisione e un livello di competitività altissimo tra i prototipi Hypercar, hanno reso la tappa Italiana particolarmente impegnativa. Mick, e i suoi compagni di squadra Jules Gounon e Frédéric Makowiecki , hanno saputo tenere il ritmo dei migliori terminato a soli 12 secondi dalla Ferrari vincitrice. Pulito nei sorpassi, costante nei tempi, efficace nella gestione delle gomme e del traffico: il pilota sembra a proprio agio nel campionato Endurance.
Dopo una partenza da dimenticare, la vettura del tedesco ha portato a termine una rimonta memorabile. A contribuire al successo della Alpine è stata la strategia, con la scelta di gomme soft Michielin e un ultimo pit stop davvero efficace.
Al termine della corsa, l’Alpine #36 ha tagliato il traguardo in terza posizione, conquistando il primo podio della stagione per il team d’oltralpe. Un risultato importantissimo per il team e una grande dimostrazione per Mick, accolto da applausi sinceri di quei tifosi italiani che ricordano i successi di papà Michael.
Il pubblico vestito di rosso giunto a celebrare la vittoria della 499P ha ammirato il giovane Mick, che ha sorriso guardando quei ferraristi che per anni hanno acclamato Michael con gli stessi colori di quel Cavallino che oggi nel WEC sembra essere più Rampante che mai.
Mick ha alzato il trofeo al cielo sul podio. Un gesto che ricorda quello che fece suo papà in quella Dominica di Pasqua. Ma questa volta non c’è spazio per il dolore: solo emozione, orgoglio, e forse anche un pizzico di riscatto. Perché a Imola, oggi come allora, uno Schumacher ha saputo ancora lasciare il segno.
La storia continua, con lo stesso nome e la stessa passione.