Il Gran Premio del Canada 2025 ha offerto uno scenario ideale per osservare da vicino la crescita della nuova generazione di piloti. In un fine settimana ricco di colpi di scena, i rookie hanno risposto presente, mostrando personalità, talento e, in alcuni casi, risultati che già fanno storia.
Dal primo podio storico di Andrea Kimi Antonelli con Mercedes, simbolo di maturità precoce e sangue freddo, fino ai segnali incoraggianti di Franco Colapinto con Alpine, il weekend ha messo in luce profili diversi, ma accomunati da una determinazione feroce. Anche Gabriel Bortoleto, Oliver Bearman e Isack Hadjar hanno vissuto un weekend di apprendistato, tra bagarre, gestione gomme e decisioni cruciali ai box.
Montréal ha raccontato qualcosa di più del semplice risultato a punti: ha svelato l’adattamento, la pressione e la progressione di cinque debuttanti che stanno scrivendo il nuovo capitolo della Formula 1. Alcuni brillano già, altri si costruiscono gara dopo gara. Ma tutti, in modi diversi, hanno lasciato il segno.
Kimi, è già storia
Weekend da incorniciare per Antonelli, che a soli 18 anni ha conquistato il suo primo podio in F1. Dopo un venerdì positivo e una qualifica solida chiusa al 4° posto, il giovane bolognese ha gestito con intelligenza la gara, superando Piastri in partenza e resistendo alla pressione nel finale. La strategia Mercedes ha funzionato alla perfezione, anche grazie a una Safety Car provvidenziale. Il terzo posto finale lo rende il terzo più giovane sul podio nella storia del mondiale. È stato votato “Driver of the Day” e ha ricevuto complimenti anche da Verstappen. Si conferma maturo, pulito e veloce e lancia un segnale fortissimo al paddock. L’Italia non vedeva un podio dal 2009 e da oggi dovrà abituarsi a festeggiarlo più spesso.
Hadjar, prima battuta d’arresto
Il Canada ha segnato il peggior risultato stagionale per Isack Hadjar, eccezion fatta per il ritiro in Australia. Il weekend del pilota Racing Bulls è stato in salita fin dalle qualifiche, dove è riuscito per poco a entrare in Q3. Una penalità di tre posizioni in griglia, per impeding su Carlos Sainz in Q1, ha complicato ulteriormente la sua gara. In corsa, Hadjar non è mai riuscito a trovare il passo giusto, chiudendo soltanto in sedicesima posizione. Un risultato deludente, sì, ma comprensibile per un rookie al primo anno su un circuito insidioso come quello di Montréal. Finora Hadjar ha dimostrato grande capacità di adattamento: anche un passo falso può far parte del percorso di crescita
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