Chiedere di più, a questa Ferrari, era oggettivamente impossibile. I limiti tecnici della SF-23 sono arcinoti. La superiorità della RB19, pure. Così, da Monza si riparte con un Sainz formato-maxi per il week end messo in pista. I piloti sfruttano la Rossa al meglio, su un terreno che, dopo gli indizi di Spa, era altamente prevedibile si rivelasse favorevole.
Singapore sarà la prossima tappa, poi una Suzuka destinata a essere tra i passaggi critici dell'anno. O forse no, se gli insegnamenti sulla gestione gomme avuti a Silverstone saranno stati metabolizzati. Insomma, resta una Ferrari che rientrerà nella lotta con Mercedes, McLaren, Aston Martin. Non-avversari a Monza.
Solo Red Bull ha fatto meglio
"Rispetto a Mercedes e altre squadre è sembrato in questo week end che avessimo un ritmo discreto. Se facciamo il confronto con Red Bull, sono state chiaramente le più veloci, soprattutto dal giro 5-6, quando le gomme arrivano in temperatura, diventano più calde e offrono meno aderenza rispetto alla gomma nuova dei primi 5 giri. È il punto sul quale chiaramente Red Bull riesce a fare la differenza", commenta Sainz nel dopogara, approfondendo stato di salute della Ferrari monzese e degli avversari diretti.
Ancora sulla gestione gomme in gara, Carlos spiega come Red Bull riesca "sia a gestire maggiormente tenendo un buon ritmo, oppure, a spingere di più ma degradare meno e trovare un passo più veloce.
È difficile. Stiamo provando a trovare la soluzione e il modo di procedere. Credo che molto sia dovuto all'aerodinamica e dobbiamo continuare a lavorare sul nostro pacchetto per il prossimo anno". Sui circuiti da alto carico torneranno le valutazioni e le difficoltà registrate in questo campionato.
Gomme in crisi con un solo pit-stop
La decisione di girare più scarichi per sfruttare il vantaggio in rettilineo ha pagato, anche perché l'unica che consentisse alla Ferrari di giocarsi la qualifica per come è riuscita a fare. Certo, le difficoltà di assetti aerodinamici molto scarichi, sul fronte gomme, è una condizione nota a Monza.
"La gara per me era più da due pit-stop, ho sentito un degrado elevato", spiega Sainz. "Abbiamo deciso per un pit perché erano le indicazioni delle simulazioni prima della gara. Sinceramente, però, mi sono ritrovato in ciascuno stint con 5 giri di troppo da dover effettuare. Negli ultimi 4 giri con le gomme medie non avevo più gomma; lo stesso per gli ultimi 5-10 giri con le dure: per questo scivolavo tanto".