Sarà una questione di tempo, dev’esserlo. L’adattamento di Hamilton alla Ferrari è un processo ancora in corso, passato da 5 week end di gara e meno di 12 ore di test all’attivo, davvero in macchina, per capire la SF-25, provare a sfruttarla al meglio come riesce a Leclerc, forzando il proprio stile di guida.
Normale che, dopo 100 giorni di avventura ferrarista, ci si aspettasse di più da Lewis e nell’economia generale dell’inizio di stagione avrebbe avuto un peso specifico molto più elevato un rendimento diverso, una presenza stabile sul podio più della vittoria nella gara Sprint in Cina. Così non è stato.
Restano delle difficoltà da superare, sulle quali Lewis, da Miami, non scende nel dettaglio di specifici, singoli, problemi. È un quadro più ampio, “ci sono molte cose diverse, non è un dettaglio in particolare.
Quando arrivai in Mercedes i primi sei mesi furono difficili nell’entrare in sintonia e lavorare con nuove persone. Gli ingegneri con i quali sto lavorando sono abituati a preparare la macchina per un pilota e uno stile di guida diversi, io mi sto abituando a guidare una macchina con uno stile di guida diverso. Si tratta della combinazione di una serie di cose”.
Provare a sfruttare la SF-25 come Leclerc
Il Gran Premio di Miami riporta in pista il format della gara Sprint e, diversamente dalle tre sessioni di libere prima della qualifica, Hamilton sottolinea come “nella gara Sprint non si fanno grandissimi cambiamenti, penso che l’aspetto da considerare sia il non cambiare molto la macchina, ammesso che facciamo del cambiamenti, tra le libere 1 e la qualifica, diversamente da altri week end nei quali abbiamo armeggiato con la macchina e l’abbiamo peggiorata.
Non ho idea su cosa potrete aspettarvi, faremo del nostro meglio. Non abbiamo aggiornamenti in questo fine settimana ma continueremo a ottimizzare la macchina. Charles nell’ultima gara ha fatto un lavoro fantastico e ha dimostrato cosa può fare la macchina in gara. L’obiettivo è ripeterlo”.
Chi parla non ha una visione dall'interno
Se c’è un aspetto di questi primi tre mesi che scivola serenamente addosso a Hamilton, com’è normale che sia, sono le critiche e le ricostruzioni varie sui motivi per i quali, dal Gran Premio del Giappone in avanti, il suo distacco da Leclerc sia aumentato sensibilmente.
“Semplicemente non ci penso, provo davvero a non focalizzarmi sulle opinioni di persone che non hanno in realtà una visione dall’interno su cosa sta accadendo. Visioni dall’interno da parte di persone che non sono mai state nella mia posizione. Continuo a tenere la testa bassa e godermi il lavoro che faccio con le persone con le quali lavoro”.