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Trulli: fatemi guidare

La vera gara disputata da Jarno Trulli nella trasferta in Cina è stata quella che ha visto squadre e piloti alle prese con viaggi per tornare in Europa durati anche diversi giorni. Trulli e Liuzzi se la sono cavata egregiamente con un tour de force Shanghai-Dubai- Nizza-Roma che li ha visti tra i primissimi a rientrare a casa: « Il clan degli abruzzesi se l’è cavata alla grande, almeno su questo fronte », ha commentato Trulli. Ma le note positive dopo le prime quattro gare del Mondiale non vanno molto oltre. L’avvio in salita era in preventivo, sin dal momento della ?rma del contratto con la Lotus, uno dei tre team che hanno esordito in Formula 1 nel 2010, ma era davvero programmato un inizio di stagione così difficile? « Non mi ero illuso, sapevo ovviamente che non sarebbe stato facile, che tutto sarebbe stato nuovo e avremmo avuto bisogno di un periodo di rodaggio. Ma mi aspettavo almeno di guidare, ed invece dopo quattro una volta non sono partito e quando sono arrivato al traguardo è perché è stato deciso che dovessi passare sotto la bandiera a scacchi, ma non certo in condizioni ideali. La sfortuna sembra essersi accanita sulla mia monoposto, succede di tutto e solo sulla mia macchina. Quindi, fino ad oggi i responsi sono inferiori rispetto alle mie aspettative ». - Alla luce di quanto visto finora, rifaresti la scelta Lotus o ti faresti tentare da quella Nascar che hai assaggiato lo scorso autunno? « È ancora presto per tirare le somme, ed è giusto che per un giudizio attendibile passi ancora del tempo. Sapevo che sarebbe stata dura, ma finora non ho praticamente guidato. Giudicherò a fine anno» - Cosa non sta funzionando in Lotus? « Il pacchetto motore Cosworth e cambio XTrack incide poco nella mancanza di prestazioni, credo non più del dieci per cento, quindi i problemi sono altrove. Alla Lotus è mancato il tempo, il “ colpevole” principale delle nostre difficoltà. Se avessimo avuto la possibilità di programmare tutto con maggiore anticipo, avremmo preparato meglio la struttura, la macchina, il cambio, il nostro sistema idraulico e tutto quello che serve per iniziare con un buon passo. Tutto questo lavoro lo stiamo facendo adesso, gara dopo gara ». - Quali sono le differenze tra il lavorare per un colosso come Toyota ed la Lotus? « Diciamo che in Lotus riesco… a lavorare. Le differenze rispetto a dove ero prima sono in tutto. I grandi team sono contesti molto diversi da quello in cui mi trovo oggi, ed in particolare la Toyota era un mondo a parte, più complesso. La loro mentalità era diversa rispetto a tutto il resto della F.1». - Quali sono le differenze che percepisci tra i tre nuovi team che sono entrati nel Circus nel 2010?« L’Hispania è difficile da giudicare. È partita in extremis e non so quanto un Costruttore come Dallara abbia avuto possibilità di programmare il lavoro. Il discorso Virgin è diverso. È un team nato con un concetto differente, in cui credono solo loro, ed hanno impostato il lavoro di sviluppo della macchina con il sistema Cdf, che sicuramente costa meno ma che io non credo proprio sia il futuro della F. 1. Anche perché vorrebbe dire che tutte le altre squadre stanno sbagliando. A mio parere partono già svantaggiati ». - Poi c’è la Lotus. «Il nostro team sulla carta è nettamente il migliore tra le nuove squadre approdate in F.1. Operiamo come una vera squadra della massima Formula, ma purtroppo non siamo che al dieci per cento delle potenzialità per mancanza di tempo. Non ci sono test, e il week-end di gara è l’unica occasione che abbiamo per provare e oliare tutta la struttura. Per noi questo è un anno di apprendistato, il potenziale si vedrà nel 2011, quando tanti problemi strutturali saranno alle spalle e ci si potrà concentrare sul progetto della nuova vettura». - Com’è l’umore quando si prepara la valigia per una gara sapendo già che si sarà nelle retrovie?«Cambia tutto. Sai che sei tagliato fuori dalle posizioni che contano, ma per fortuna poi in pista le motivazioni sono quelle di sempre. So che i miei obiettivi di oggi sono quelli di stare davanti al mio compagno di squadra ed essere al primo posto nel confronto tra i nuovi team. Il resto sono sogni, puoi pensare di entrare in Q2 ma deve succedere una catastrofe come quella che si è vista in Malesia». - Non vedi nel 2010 nessuna possibilità concreta di avvicinare i team “tradizionali” più lenti?«Se chi è davanti non esce dai box come accaduto nelle qualifiche di Sepang… allora sì! Ma bisogna essere realisti, ed oggi la monoposto più lenta dei team non-esordienti è oltre due secondi e mezzo davanti a noi». - I tuoi più recenti compagni di squadra sono stati Glock, Kobayashi e Kovalainen. Chi ti ha impressionato di più?«Glock è un pilota molto veloce, mente Kobayashi non posso giudicarlo, siamo stati insieme troppo poco. Su Kovalainen avrò le idee più chiare a fine anno». - John Howett, Tadashi Yamashita, e Pascal Vasselon: chi è stato il maggior responsabile dell’uscita di scena di Toyota dalla F.1?«Nessuno di loro tre». - Lo scorso inverno è girata la voce di un tuo team nella neonata Gp3. «C’è stato qualcuno che forse voleva farsi pubblicità. Io non ne ho mai parlato. Potrebbe interessarmi un giorno collaborare con un team di F.1, ma una mia squadra proprio non è nei piani». - Hai un’avviata azienda vinicola, e ti avranno già chiesto se è più difficile fare un buon vino o una buona monoposto di F.1. «È difficile allo stesso modo, ma per fare un buon vino c’è una variabile che è incontrollabile, ovvero la natura. Invece in F.1 l’uomo ha la responsabilità totale del risultato finale». - Rivedendo il sorpasso di Alonso su Massa a Shanghai, cosa avresti pensato al posto di Felipe?«Ci sarei rimasto male, ma alla fine è un sorpasso di gara. Il punto dove è passato Fernando è pista, non pitlane, quindi ci sta. Mi sarei arrabbiato, ma con me stesso».