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Sulla rampa di lancio

È di buon umore, Sébastien Ogier, quando risponde al telefono. Ha anche voglia di scherzare. «Sembro un pugile - spiega ridendo - . Ho l’arcata sopraccigliare tutta incerottata». Ogier infatti, a fine gara in Messico, si è distratto mentre parlava al cellulare ed ha urtato una sporgenza in ferro, procurandosi una ferita profonda, che è stata chiusa con quattro punti di sutura. «A parte questo – rassicura Seb – sta andando tutto bene. Però è presto per sbilanciarsi su come sarà questa stagione». - Dopo il secondo posto al debutto a Montecarlo e le due vittorie consecutive in Svezia e Messico, lei è già saldamente in testa al mondiale piloti... «Sì. Ma, ripeto, è ancora presto per sbilanciarsi. Ora andiamo in Portogallo, che sarà la prima gara vera su terra, e solo allora sapremo quali sono i reali valori delle forze in campo. Lo dico sin dall’inizio: la prova lusitana è quella che ci farà capire dove realmente siamo dopo tre corse,ognuna a modo suo atipica: Montecarlo la roulette, Svezia l’unica su ghiaccio e neve, Messico in altura. Il Portogallo è la prima “classica” di una lunga serie su sterrato. Dopo ci saranno Argentina, Grecia e Sardegna. E proprio la Grecia è la prova che temo di più, perché è la più dura per la meccanica e noi, a differenza degli altri, abbiamo una vettura completamente nuova». - Soddisfatto del successo in Messico? «Certo, abbiamo vinto! Ma riuscirci è stato meno facile che in Svezia. Ho fatto la differenza il primo giorno, sulla prova più lunga, quella di El Chocolate. Poi, quando Ostberg si è fermato nella seconda tappa, tutto è diventato più facile. La Polo è andata bene sulla terra, ma un po’ meno bene che in Svezia, dove era perfetta. Sullo sterrato ci sono ancora tante cose che dobbiamo migliorare e faremo dei test prima della gara lusitana, parteciperemo anche al Rallysprint di Fafe proprio per questo. Eravamo impazienti di esordire sugli sterrati messicani e l’abbiamo fatto alla grande, ottenendo un successo importante, inaspettato. Francamente, questa vittoria è stata per tutta la squadra, una bella sorpresa». - Facendo un bilancio dopo le prime tre gare della stagione lei sente di essere il favorito per il titolo piloti? «Insisto: è  ancora troppo presto per pensarci, mancano dieci gare alla fine. Certo, il mio inizio di stagione è stato decisamente positivo, non potevo fare di meglio. Ma la stagione è ancora lunga. Ricordo che Loeb nel 2009 aveva iniziato alla grande, vincendo le prime cinque gare, ma poi ha sofferto sino alla fine. Quell’esperienza c’insegna che solo fra qualche gara avremo le idee più chiare. Il team è molto unito, in Volkswagen l’ambiente è eccezionale. Le vittorie aiutano sempre, ma obiettivamente è presto per fare dei calcoli». - Chi vede come suo principale avversario nella lotta per il titolo? «L’avversario che è cresciuto di più è senza dubbio Mads Ostberg, che gara dopo gara sta evidenziando una grande maturazione. Sono convinto che quest’anno farà molto bene. In Portogallo ha già vinto... Poi ci sono i soliti noti, vale a dire Mikko Hirvonen e Dani Sordo, che non sono ancora al top ma già in Portogallo saranno più competitivi. Hanno dalla loro parte una vettura collaudata come la Ds3 ed un team esperto come la Citroën, devono per forza venire fuori. Quanto al mio compagno di squadra Jari-Matti Latvala, per lui la stagione non è partita bene, è stato anche sfortunato, ma come sappiamo è un pilota molto veloce, che può fare risultato dappertutto, sarà presto protagonista». - Lei in questa stagione sembra più carico e appare molto determinato. Quanto è stato determinante l’anno senza correre con una Wrc a cui è stato costretto nel 2012? «Certo, stare un anno a pensare, a correre con una S2000, a fare dei test, a non potermi esprimere al massimo su una World Rally Car, mi ha dato una carica speciale. Ho più voglia di fare bene e questo è un qualcosa che mi dà una spinta, una motivazione in più, una situazione che ha influito positivamente nella mia ricerca di buoni risultati». - Per terminare: le fa piacere che l’ingegner Demaison, il progettista della Polo R Wrc, l’abbia paragonata a Gronholm? «Marcus è uno che ha vinto due titoli mondiali. Personalmente non lo conosco più di tanto, ma visto il suo palmarés devo dire che quello di Demaison è davvero un bel complimento. Spero che l’accostamento sia di buon auspicio...». la scheda Sébastien OGIER 
ha 29 anni, ed è nato 
a Gap il 17 dicembre 1983. Il pilota  transalpino si è classificato terzo nel Mondiale 2011, quarto nel 2010, ottavo nel 2009 e decimo nel 2012. Al volante della Citroën C2 S1600 si è laureato campione del mondo Junior 2008. Il francese ha disputato sin qui 61 rally iridati, ottenendo 17 podi e 503 punti, vincendo in totale 135 prove speciali. 
Ha sinora ottenuto 
9 vittorie iridate, due con la Citroën C4 Wrc (Portogallo e Giappone 2010), cinque con la Citroën Ds3 Wrc (Portogallo, Giordania, Acropoli, Germania e Alsazia 2011), e due con la Volkswagen Polo R Wrc (Svezia e Messico 2013). parla julien ingrassia Latvala sta per arrivare! Julien Ingrassia, il navigatore di Sébastien Ogier, si è imposto in questi anni tra gli addetti ai lavori per la sua grande professionalità e per la sua intelligenza. Ecco le impressioni del 33enne copilota di Aix en Provence, il cui cognome evidenzia indubbie origini siciliane, sul felice momento del suo pilota e su questo loro strepitoso inizio di stagione. «Devo dire che nell’ultimo anno Sébastien è maturato molto. In Messico, ad esempio, è riuscito in più circostanze a gestire situazioni difficili senza mai esagerare. Il suo inizio di stagione è stato un continuo crescendo. In Messico, anche in un episodio complicato come quello del cancello che abbiamo trovato a sbarrarci la strada in prova speciale, non ha mai perso la bussola. Abbiamo gestito la situazione con calma, come se ci fossimo fermati a cambiare una ruota. L’inizio di stagione è stato per noi molto positivo, il team è unito ed ovviamente soddisfatto delle due vittorie ottenute. Quanto alla Polo, capiremo fino in fondo quanto vale in Portogallo, mentre a livello piloti la sorpresa è stata anche per me Ostberg, che si è dimostrato sinora più determinato e veloce rispetto agli altri. Ma occhio a Jari-Matti Latvala, perché tra un paio di gare conoscerà bene la vettura e saranno dolori per tutti...». parla yves matton Loeb potrebbe aiutarci Quando si parla di Ogier sembra impossibile non parlare anche di Sébastien Loeb. Ora si vocifera nell’ambiente iridato che la Citroën potrebbe chiedere un aiutino al nove volte campione del mondo per riuscire a vincere “almeno” il titolo costruttori. «Come sappiamo, Séb Loeb  sarà di nuovo con noi solo in Argentina e Francia – ricorda  Yves Matton, team manager Citroën – . Ma se fosse necessario, a fine stagione potrei chiedergli di disputare una gara extra, per diventare campioni del mondo. Lo farei senza indugio. Ogier è partito fortissimo, ma noi  possiamo farcela, dobbiamo solo continuare a crederci». di Marco Giordo Da Autosprint n. 12 del 26 marzo 2013