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Umbrella girl, finisce un'era in Formula 1?

di Mario Donnini Okay, detto e fatto. I tempi sono cambiati. Venti energumeni sudati in griglia a Montecarlo F.1 a reggere i cartelli di preschieramento. Un’imperiale Carmen Jorda, pilota-tester Lotus, fa foto in griglia con impensabile jeans a vita bassa e i reporter manco la fumano, rapiti dai guizzanti bicipiti dei nerboruti palestrati. Roba da mettere tutti sotto processo per codardia ginecologica e renitenza all’ormone. Al di là dello scherzo, la realtà è questa. Gli organizzatori del Gp di Montecarlo l’avevano annunciato e hanno mantenuto fede ai propositi: quest’anno, no grid girls. E così il “grid boys concept” ha debuttato nel Gran Premio più charmant, glamour e sfolgorante delle corse, mentre il vecchio Jackie Stewart s’aggirava tra una macchina e l’altra, scuotendo la testa schifato. Peggio. Nella conferenza del post gara, Seb Vettel, più che mostrarsi interessato alle smarronate radiofoniche della Mercedes con Hamilton, chiedeva secco all’intervistatore ufficiale della Fia James Allen: «Ma che cavolo sta succedendo in questo posto?». Allen si schermiva dicendo: «Lo stai chiedendo alla persona sbagliata». E Seb, a rincarare la dose: «Ah, boh, ero lì per partire e mi hanno detto di piazzarmi tra un tizio che si chiama Dave e un certo George... Ma che è!?». L'articolo completo sul numero 22 di Autosprint in edicola.