Giampaolo Dallara è stato premiato giovedì scorso, 21 novembre, con il Trofeo Forghieri, un premio intitolato al grande progettista della Ferrari scomparso due anni fa. Il premio, istituito lo scorso anno per iniziativa di un gruppo di persone vicine a Forghieri fra cui Mario Vecchi e Giulio Ciceri che ha materialmente realizzato il trofeo, è stato creato proprio per ricordare la figura del leggendario direttore tecnico della Ferrari e viene assegnato ogni anno a personaggi che si sono distinti per l’attività nel motorsport.
Nessuno più di Giampaolo Dallara, che ha di recente festeggiato i propri 88 anni avrebbe potuto meritarsi tale premio. Forghieri e Dallara, quasi coetanei di età ma profondamente diversi per attitudini, iniziarono a lavorare assieme in Ferrari nel 1959, freschi di laurea, sotto la direzione dell’ingegner Carlo Chiti. Poi qualche anno dopo, le loro strade presero direzioni diverse: Forghieri a fine ‘61 divenne responsabile del reparto tecnico del Cavallino e ha continuato a progettare e sviluppare tutte le Ferrari da corsa fino al 1984. Dallara invece lasciò presto Maranello e dopo una parentesi in Lamborghini dove realizzò la leggendaria Miura, decise di diventare un imprenditore nel motorsport e fondò nel 1972 la casa automobilistica che porta il suo nome. Da allora la Dallara ha costruito vetture da corsa per numerosi marchi automobilistici e un’infinità di monoposto per tutte le categorie: dalla F3 all’Indycar, fino alla F1.
Il premio, che è stato consegnato a Dallara da Mario Vecchi ed Elisabetta Forghieri, vedova dell’ingegnere, è un’opera che sintetizza perfettamente le passioni dell’ing. Forghieri: all’interno di un cubo di plexiglass sono riprodotte le curve di un circuito e ci sono tre modellini delle tre Ferrari che erano più care a Forghieri tra le decine da lui progettate: la Ferrari P4 del 1967, la 312 B F1 del 1970 e la 312 T di Lauda del 1975.
Nella foto, Dallara riceve il premio da Elisabetta Forghieri.