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Kurt Busch accusa la ex: “È un killer”

  La mia ex? Un killer su commissione. E’ scioccante, quasi inverosimile la testimonianza di Kurt Busch nella causa che lo vede opposto all’ex fidanzata Patricia Driscoll per una presunta violenza domestica. Una situazione poco chiara quella che coinvolge i due. Da una parte un pilota con la tendenza a perdere le staffe, dall’altra, sulla carta, un’imprenditrice nel settore dell’intelligence la cui azienda collabora con la CIA. Ma, secondo Busch, le attività “covert” dell’ex dolce metà vanno molto oltre a quelle dichiarate: “È un’assassina - ha spiegato - all’inizio era eccitante perché non avevo mai incontrato una mercenaria prima. Mi ha mostrato foto di gente colpita alla testa da un fuoristrada. Mi ha detto di essere un cecchino, e di aver colpito da grandissima distanza. Mi ha raccontato delle diverse identità che ha utilizzato. Sapevo che avrebbe potuto mettermi KO in qualunque momento. Potete dirmi che sono pazzo, ma ho vissuto questa situazione dall’interno”. Busch avrebbe addirittura spiegato delle assenze della Driscoll dalle quali tornava con ferite o macchie di sangue. Una volta sarebbe rientrata in albergo con vestiti differenti da quelli con i quali era uscita, e con un vestito sporco di sangue. Secondo Busch, l’azienda di forniture per l’intelligence sarebbe per lei solo “un modo per generare reddito mentre svolge lavori da killer in Africa e Messico”. Cattiva, molto cattiva quindi secondo Busch, al quale la Driscoll avrebbe giurato vendetta ad ogni costo. E se è vero che, come pare, le accuse hanno iniziato a rivelare qualche incongruenza, il carico da novanta calato dal pilota di Tony Stewart promette ulteriori sviluppi. Marco Cortesi