Dal nostro inviato a Le Mans:
Maurizio Voltini
Erano partiti con il favore dl pronostico per via delle performance propulsive, le
Porsche alla 24 Ore di Le Mans, e in effetti avevano monopolizzato le prime tre posizioni dopo le qualifiche. Ma si sa che sul circuito della Sarthe essere veloci non è sufficiente, e varie edizioni del passato ce l’hanno ricordato. Infatti proprio la vettura della pole (la n.18 con Jani-Dumas-Lieb) è stata quella che ha avuto più problemi, arrivando addirittura alle spalle di due Audi, quinta. Apoteosi invece per la numero 19 dell’equipaggio Hulkenberg-Bamber-Tandy, che come nel più classico dei casi ha saputo fondere assieme velocità, costanza e assenza di errori compromettenti. Quando invece l’altro equipaggio Bernhard-Webber-Hartley è riuscito a rimediare quasi subito una penalità consistente per sorpasso con le bandiere gialle da parte dell’ex-F1 australiano.
Le Audi da parte loro sono apparse ben più competitive in gara di quanto non fosse stato in qualifica, ma alla fine hanno “pagato” proprio sul fronte dell’affidabilità strutturale, che invece era stata la loro forza negli anni passati. Con cedimenti che hanno riguardato anche elementi della carrozzeria. Chi li ha subìti maggiormente è stato l’equipaggio Bonanomi-Albuquerque-Rast sulla vettura n.9, pur a lungo secondi ma alla fine sesti, e così il gradino del podio “gentilmente concesso” dai "porschisti", quello più basso, è andato al trio Fassler-Lotterer-Treluyer, seguiti da DiGrassi-Duval-Jarvis.
La lotta che ci si aspettava fra le GTE c’è stata, ma con un epilogo amaro sia per la Ferrari che per l’Aston Martin. Il tutto a vantaggio della Corvette di Gavin-Milner-Taylor, vincitori assoluti e di classe Pro. Una precisazione dovuta perché secondi assoluti e primi fra gli Am sono risultati Bertolini-Shaytar-Basov, addirittura davanti all’altra Ferrari 458 di Rigon-Calado-Beretta. secondi fra i Pro.
Invece l’equipaggio di punta fra le rosse, quello composto da Bruni-Vilander-Fisichella, è stato mortificato a meno di due ore alla fine, mentre lottava con la Corvette (l’unica al traguardo), per il cedimento di un cuscinetto del cambio. I meccanici hanno praticamente ricostruito il cambio stesso, ma ottenendo alla fine solo un 5° posto. Mentre per le Aston Martin si sono assommati vari errori sia di guida (incidenti) che come causa di penalizzazioni.